04 Novembre 2025
Sara Doris, Vicepresidente Banca Mediolanum e Presidente Fondazione Mediolanum, in occasione del convegno "Ridare speranza con i prestiti di soccorso", è stata intervistata da Il Giornale d'Italia.
In che modo Banca Mediolanum definisce il concetto di prestito di soccorso e quali criteri applica per dare accesso a clienti che si trovano in situazioni di fragilità economica o sociale?
"Il prestito di soccorso è un'attività che Banca Mediolanum porta avanti dal 2009. Parliamo del grande tema dell'inclusione finanziaria: vogliamo essere vicini alle persone che non hanno accesso al credito perché si trovano in un problema di grosso indebitamento. Attraverso la triangolazione con le diocesi che ci segnalano le famiglie, le fondazioni antiusura che affiancano queste persone nel loro percorso e la banca che eroga il prestito mettendo a disposizione anche i propri family banker che seguono le persone, si riesce a a farle uscire da questo problema di grosso indebitamento.
Chiaramente è una attività di assunzione di responsabilità sociale, ci auguriamo che anche altre banche possano seguire questo percorso prendendo ispirazione, modificandolo in base alle loro caratteristiche. La massa critica che si può generare se ci si mette insieme tutti in questa opera di vicinanza alle persone, è grande.
È fondamentale che ci sia la collaborazione di tutte e tre le parti coinvolte perché questa non è una semplice donazione ma una relazione umana di tre entità che si mettono insieme per stare vicino a qualcuno e per riuscire a risollevarlo in modo che esca da questo stato di necessità che va poi a condizionare tutta la vita della famiglia".
Come si può rafforzare la collaborazione tra banche, fondazioni antiusura e istituzioni per offrire alternative concreta al credito illegale?
"Si può rafforzare come stiamo facendo noi da 16 anni: abbiamo iniziato collaborando con la prima fondazione antiusura nella diocesi di Milano per poi ampliare e portare la nostra esperienza in quasi tutte le regioni. Adesso siamo presenti in circa 15 regioni e contiamo di coprire tutta l'Italia; è necessario poter arrivare in tutto il territorio e diffondere questo modello in modo che anche altri possano contribuire".
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