24 Febbraio 2024
Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, in occasione del Forum in Masseria 2024 organizzato da Bruno Vespa, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
“Noi oggi abbiamo un modello agricolo che è unico al mondo, e proprio per questo va protetto e tutelato. Non dobbiamo far finta che nulla stia accadendo: il grido di protesta che arriva dagli agricoltori che stanno nelle piazze è una richiesta di protezione e rappresentanza sui mercati internazionali.
Da una parte le continue importazioni che arrivano da fuori dal continente ci stanno mettendo in serissima difficoltà: noi oggi abbiamo importazioni di grano che arrivano dall'Ucraina e dalla Turchia; importiamo le arance dal Nord Africa. Per anni abbiamo importato l’olio d'oliva che ha messo in difficoltà il settore produttivo.
Io credo che sia arrivato il momento di una profonda riflessione riguardo un settore dell'economia italiana importante: il contributo che dal campo alla tavola vale 570 miliardi, e deve essere trattato in maniera significativa.”
Qual è la sua opinione riguardo la carne sintetica e che impatti potrebbe avere sul settore Italiano?
“Quando si toccano grandi interessi economici ovviamente poi emergono delle posizioni politiche divergenti o comunque modelli di informazione che tendono a produrre un modello piuttosto che un altro. Noi riteniamo che, essendo degli agricoltori, dobbiamo proteggere tutto ciò che viene dalla natura, sosteniamo un modello alimentare basato su prodotti che arrivano da processi naturali; conseguentemente riteniamo che la concentrazione di brevetti nelle mani di pochi sulla carne sintetica non possa garantire democrazia del cibo.
L'agricoltura di fatto è la maggiore garanzia alla democrazia stessa: se noi andiamo a guardare i paesi più evoluti, guarda caso, hanno un'agricoltura fortissimo; mentre i paesi meno evoluti, o laddove esistono dei regimi totalitari, sono caratterizzati da una agricoltura molto debole. A me spaventa soprattutto il tema dei brevetti alla base delle proprietà della carne sintetica, perché attraverso il potere politico che si ha attraverso la titolarità di un brevetto si può spostare la geopolitica.
Questo avrà impatti che riguardano le politiche più alte a livello generale. Io non sono d’accordo sulla carte sintetica e sostengo un modello basato sull'agricoltura.”
Invece qual è la sua opinione riguardo il tema degli insetti; per esempio, la farina di grillo?
“Io ritengo che questo tema debba passare attraverso analisi ed evidenze scientifiche. Oggi abbiamo un problema enorme che è quello di dover dar da mangiare a un numero di cittadini del mondo in aumento. Noi andremo a far fronte a questo aumento di richiesta producendo di più, ciò ne consegue che dobbiamo considerare che il sistema zootecnico ha bisogno di essere alimentato; in questo caso specific, per l'alimentazione dei nostri animali, le proteine che arrivano dai grilli potrebbero essere una via di uscita e soprattutto una grande prospettiva. Sarà poi il mercato a decider la questione riguardo l’alimentezione umana.
Io ovviamente non l'ho mai mangiati e non so se mai li mangerò.”
Da cosa nasce la protesta degli agricoltori e qual è la situazione attuale?
“La protesta degli agricoltori in Europa scaturisce per vari motivi: in Germania nasce per i sussidi e per le tasse legate alle agevolazioni del gasolio, lo stesso avviene in Francia.
La situazione è diversa in Polonia, in Ungheria e Romania, dove le proteste sono nate per le importazioni su quei territori significativi dall'Ucraina.
Ancora diversa è la condizione in Spagna; ma c’è un comun denominatore che lega tutta l’Europa: tutte le proteste europee stanno chiedendo di tornare indietro rispetto a delle scelte sbagliate fatte. Stiamo chiedendo di essere messi nelle condizioni di produrre.
Oggi sentirsi dire dall'Europa che non dobbiamo produrre credo che sia antistorico; siamo ancora in tempo per cambiare le scelte sbagliate fatte dall'attuale Commissione.
Mi auguro che ci sia la volontà di cambiare queste scelte e di iniziare a pensare a ciò che verrà negli anni a venire con la nuova politica agricola che dovrà essere scritta col futuro Parlamento.”
Ursula von der Leyen si è candidata per il secondo mandato; rappresenta una minaccia o un’opportunità?
“Questo verrà valutato dopo il 7 di giugno. Abbiamo avuto prima una von der Leyen che ha fatto delle proposte, e poi una von der Leyen che le ha ritirate.
Noi, come associazione degli agricoltori europei, presenteremo un documenti alla Presidente; abbiamo bisogno di un diverso modello di ascolto, che è ciò che ci è mancato in questi anni: un dialogo tra la Commissione e gli agricoltori.
Probabilmente si è ritenuto che gli agricoltori non fossero amici della Commissione, e sul quel mancato dialogo sono state costruite delle politiche, senza l’ascolto di chi poi effettivamente rappresenta il modello agricolo, ossia le associazioni di rappresentanza.”
Cosa pensa dell'allineamento del Governo sulle politiche europee?
“Da quello che vedo oggi c'è una fortissima attenzione da parte del Governo sulle nostre necessità e attese. È importante fare sistema Italia a Bruxelles; già da lunedì saremo con il ministro al Consiglio Europeo, ed abbiamo anche convocato la nostra Assemblea generale proprio per rafforzare la posizione del ministro in un dibattito che per noi sarà fondamentale.”
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