04 Ottobre 2023
In occasione di Cybertech Europe, al Centro Congressi di Roma "La Nuvola", Roberto Cingolani, AD di Leonardo, ha parlato a ‘Il Giornale d’Italia’ del ruolo del gruppo nel progetto trinazionale Gcap e del nuovo piano industriale, i cui pilastri sono cyber e spazio.
Dopo le recenti indiscrezioni sul quartier generale del Global Combat Air Program a Londra, infatti, Tokyo e Londra sembravano dominare il progetto Gcap, si pensi all’esperienza di Londra ad esempio nello sviluppo di caccia a reazione.
Ha dichiarato a tal riguardo Cingolani al microfono de ‘Il Giornale d’Italia’:
“Il punto, adesso, è intanto chiarire quali sono i disegni di Gcap. Se voi, adesso, andate a chiedere a diverse autorities, a diverse aziende che si sono confrontate, non è che ci sia un modello identificato. Per esempio, un aereo supersonico con 40 droni, ma partono attaccati sotto le ali, partono da aeroporti vicini. C’è proprio da fare il concept, stabilire che cosa sarà.
Potrebbero essere anche più modelli da mettere a confronto.
L’unica cosa sicura è che ci sarà un aereo, madre o padre, che dovrà controllare dei droni.
Non è detto quanto siano grandi, quanto siano grossi, quanto vanno veloci.
Quindi, l’unica cosa sicura è che ci sarà un super computer volante, con un’intelligenza artificiale, che deve controllare 30 - 40 droni, più o meno capaci ed intelligenti. Alcuni da ricognizione, alcuni d’attacco, altri sacrificali. Allora, siccome questa è l’unica cosa veramente chiara, chi ha in mano le competenze sulle AI, sull’intelligenza distribuita, la swarm intelligence, sono gli sciami, adesso deve mettersi al tavolo e dire: ‘Signori, vediamo chi sa fare cosa.’
Quindi, non è una negoziazione di quote percentuali, è una negoziazione innanzitutto di natura tecnica, che è ancora un po’ indietro. Quindi su questo, c’è molto lavoro da fare, con i giapponesi e con gli inglesi.
Adesso noi andremo a portare le nostre idee ed a difendere anche le nostre capability.
Il ruolo forte lo misuri in base alle competenze: è forte quello che ha le competenze. Noi riteniamo di avere delle competenze, adesso, molto più avanzate, in certi settori, le vogliamo mettere sul tavolo e giocarcela alla pari.
Ovviamente, gli altri sono bravi, stiamo parlando di Giappone e UK.
Diciamo, un consorzio costruttivo, quindi c’è ampio margine. Parliamo di tecniche e di numeri, poi si parla del resto. Adesso vediamo le idee sul tavolo, quelle che devono funzionare. Quanto alle parole di Crosetto, io condivido quello che ha detto, soprattutto quando si riferiva al fatto di investire sui migliori.
Come dicevo alla vostra collega, credo che in questo momento, l’intelligenza naturale, quindi i cervelli che noi compriamo, faranno la differenza per il futuro. Questo è fondamentale, se noi investiamo nell’intelligenza, prima naturale e poi artificiale, noi in futuro staremo meglio.
Quindi, credo che dobbiamo prendere questo come indicazione: investire sui cervelli e prendere i migliori.
Noi abbiamo fatto il Leonardo labs, quando io sono entrato come capo della tecnologia e della innovazione, nel 19. Abbiamo attirato 200 ragazzi molto bravi. Adesso, io vorrei che questa prassi continuasse, che si potenziasse, con una focalizzazione molto forte su artificial intelligence, supercalcolo, cloud. Perché abbiamo visto che non si può fare tutto, e questo però sembra essere trasversale a tutti i nostri prodotti. Quindi, dovendo focalizzare, focalizziamo su questo.
Noi prendiamo dal mondo, comunque le università italiane formano bene.
Il fatto che poi i ragazzi vadano fuori non è un problema. Il problema è che quelli da fuori non vengono da noi, ma quello è un fatto salariale e di infrastrutture, che non ha a che vedere con la qualità delle nostre università.”
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