10 Ottobre 2025
Un potente terremoto di magnitudo 7.4 ha scosso il sud delle Filippine, a circa 20 chilometri dalla città di Manay, nella regione di Mindanao. L’ufficio sismologico locale ha immediatamente avvertito della possibilità di danni e scosse di assestamento. L’Istituto filippino di vulcanologia e sismologia aveva emesso un’allerta senza precedenti: "si prevede uno tsunami distruttivo con onde di altezza pericolosa per la vita sulla costa orientale dell'arcipelago", invitando i residenti delle zone costiere a evacuare tempestivamente. Fortunatamente, alcune ore dopo l’allerta tsunami è stata revocata, ma la tensione resta alta tra la popolazione.
La prima scossa, la più potente, è stata seguita da altre scosse di magnitudo 6.3, 5.6 e 4.8, che hanno mantenuto alto il rischio per la sicurezza degli abitanti.
Il presidente Ferdinand Marcos Jr. ha dichiarato che i potenziali danni sono in fase di valutazione e che squadre di soccorso e operazioni di emergenza saranno dispiegate non appena sarà sicuro farlo. La situazione ricorda tragicamente quanto avvenuto solo 11 giorni fa, quando un terremoto di magnitudo 6.9 aveva provocato la morte di 74 persone e il danneggiamento o la distruzione di circa 72mila edifici nell’isola centrale di Cebu.
Le Filippine sono uno dei paesi più a rischio di catastrofi al mondo, frequentemente colpite da terremoti ed eruzioni vulcaniche a causa della loro posizione sull'"Anello di fuoco" del Pacifico, un complesso sistema di faglie sismiche oceaniche. L’arcipelago deve anche affrontare circa 20 tifoni e tempeste ogni anno, rendendo la preparazione e la risposta alle catastrofi un compito cruciale sia per il governo sia per le numerose organizzazioni di volontariato attive sul territorio.
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