07 Ottobre 2025
Il Giornale d’Italia si è recato a Tel Aviv, dove sta avvenendo la cerimonia di commemorazione del 7 ottobre davanti al Ministero della Difesa israeliano. Presenti i familiari delle vittime e degli ostaggi, e centinaia di cittadini che hanno voluto rendere omaggio alle 1200 persone uccise negli attacchi di Hamas di due anni fa. L’evento, si svolge separatamente da quello ufficiale del governo, previsto per la prossima settimana. Il direttore, Luca Greco, si recherà nei prossimi giorni anche a Gerusalemme e al confine con Gaza, tra Sderot e i kibbutz colpiti nel 2023.
2 anni dopo il 7 ottobre 2023, Israele si ferma per ricordare uno dei giorni più tragici della sua storia recente. In piazza, davanti al Ministero della Difesa di Tel Aviv, si sono riuniti migliaia di israeliani, familiari delle vittime e ostaggi sopravvissuti agli attacchi di Hamas. La cerimonia, organizzata dai parenti dei caduti, è stata segnata da momenti di grande commozione, tra letture di nomi, fotografie esposte e testimonianze dirette di chi quel giorno ha perso tutto.
A 2 anni dall'attentato, la ferita rimane aperta. Il ricordo delle 1200 persone uccise – tra cui donne, bambini e anziani – continua a pesare come un macigno sulla coscienza collettiva israeliana. Durante l’attacco, migliaia di militanti di Hamas, dopo un bombardamento a sorpresa con razzi, penetrarono nel sud del Paese, assaltando basi militari, comunità agricole e il festival musicale “Nova”. Furono rapite 251 persone, di cui la maggior parte successivamente liberata grazie a cessate il fuoco o accordi di scambio. Oggi, secondo le autorità israeliane, 48 ostaggi rimangono ancora nella Striscia di Gaza, e circa 20 sarebbero vivi.
Il fatto che a Tel Aviv si sia svolta una cerimonia separata da quella ufficiale del governo, prevista per la prossima settimana, riflette le profonde spaccature politiche e sociali che attraversano Israele. Molti cittadini e familiari delle vittime accusano il primo ministro Benjamin Netanyahu di non essere riuscito a garantire un cessate il fuoco che avrebbe potuto riportare a casa gli ostaggi ancora detenuti a Gaza.
Hamas, dal canto suo, continua a dichiarare che la liberazione dei prigionieri avverrà solo in cambio di un cessate il fuoco duraturo e del ritiro delle forze israeliane dalla Striscia. Netanyahu, tuttavia, ribadisce la sua linea dura: la guerra continuerà – ha detto – finché “ogni ostaggio non sarà tornato a casa e Hamas non sarà disarmato”.
Intanto, il bilancio del genocidio resta drammatico. Secondo il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, i morti hanno superato quota 67000, un numero che continua ad alimentare polemiche e accuse reciproche.
Nei prossimi giorni, il direttore de Il Giornale d’Italia, Luca Greco, proseguirà il suo viaggio in Israele recandosi a Gerusalemme e poi al confine con Gaza, nelle aree più colpite 2 anni fa. Visiterà poi anche Sderot e i kibbutz vicini.
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