26 Settembre 2025
"Non permetterò ad Israele di annettere la Cisgiordania, no, non lo consentirò". Si è espresso così il Presidente Usa Donald Trump rispondendo ieri, 25 settembre, alla Casa Bianca alla domanda di una giornalista sulla delicata questione dell'annessione israele della Cisgiordania.
"Non succederà. È abbastanza, è tempo di fermarsi" ("It's been enough, it's time to stop now"). Affermazioni inusuali da parte del tycoon, da sempre stretto alleato di Israele e apertamente contrario al riconoscimento dello Stato di Palestina. Le parole di ieri dunque hanno colto di sorpresa tanto i Paesi europei, quanto Tel Aviv che meno di una settimana fa aveva minacciato di imporre totale sovranità israeliana anche sulla West Bank in tutta risposta all'annuncio di riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Canada, Regno Unito e Australia. "Proporrò al governo - aveva subito reagito il ministro Ben-Gvir velenoso - l'immediata applicazione della sovranità in Giudea e Samaria e la completa repressione dell'autorità terroristica palestinese". Ma ora le parole di Trump, pronunciate dopo l'incontro coi principali leader arabi e a pochissime ore dal colloquio con lo stesso premier israeliano Netanyahu, hanno di fatto gelato le mire espansionistiche sioniste. "Così muore ogni idea di Stato Palestinese" aveva affermato l'ultra nazionalista Smotrich dopo l'approvazione definitiva del cosiddetto "piano E1", il pericoloso progetto di insediamento in Cisgiordania con circa 3400 unità abitative. Dopo il colloquio con Netanyahu, atteso oggi 26 settembre all'Assemblea Onu, Trump ha assicurato "Siamo molto vicini ad un accordo su Gaza e forse anche alla pace".
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