24 Settembre 2025
Ryan Routh, l’uomo 49enne che un anno fa aveva tentato di assassinare Donald Trump nel suo golf club in Florida, ha cercato di suicidarsi in tribunale a Miami, subito dopo la lettura del verdetto di colpevolezza per tutte le accuse a suo carico. Con una penna ha tentato di pugnalarsi al collo, ma è stato bloccato in tempo dalle autorità giudiziarie.
Il caso risale al 15 settembre dello scorso anno, quando il presidente e candidato repubblicano alla Casa Bianca stava giocando nel suo campo da golf a West Palm Beach, insieme all’amico e finanziatore Steve Witkoff. Trump si trovava tra la buca 5 e la 6, circondato dagli uomini dei servizi segreti, quando un agente notò la canna di un fucile semiautomatico AK-47 che spuntava da una recinzione metallica tra i cespugli, a una distanza compresa tra i 350 e i 500 metri. L’arma, dotata di cannocchiale di precisione, avrebbe permesso di colpire da quella distanza.
Poco dopo, il sospetto venne arrestato grazie a un testimone che lo aveva visto uscire dai cespugli e aveva fotografato la targa dell’auto con cui stava tentando la fuga.
Il governo ha incriminato Ryan Routh, 59 anni, con 5 capi d’imputazione, tra cui tentato omicidio di un importante candidato presidenziale, possesso di arma da fuoco per commettere un crimine violento e aggressione a un agente dei servizi segreti. I giurati hanno emesso un verdetto di colpevolezza per tutte le accuse, facendo così rischiare all’uomo l’ergastolo.
Secondo i pubblici ministeri, Routh aveva acquistato un’arma di livello militare, studiato i movimenti del presidente e utilizzato una dozzina di telefoni usa e getta come parte di un complotto per uccidere Trump, motivato da ragioni politiche.
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