18 Settembre 2025
Continua l'esodo forzato di oltre 400 mila palestinesi da Gaza City verso i campi "umanitari" nel centro e nel sud della Striscia, mentre nelle ultime 24 ore si contano almeno 90 morti, fra cui un operatore di Medici Senza Frontiere, la tredicesima vittima fra i volontari.
Almeno 90 palestinesi sono stati uccisi in 24 ore nella Striscia di Gaza, 61 dei quali a Gaza City, dove continua l’offensiva israeliana volta a occupare l’area nonostante le minacce di sanzioni internazionali. Secondo Al Jazeera, l’esercito israeliano starebbe applicando “pressione estrema” per costringere 400 mila sfollati a spostarsi verso il centro e il sud della Striscia, già sovraffollati e privi di risorse.
A Bureij, nel centro di Gaza, un raid aereo ha colpito una casa nel campo profughi uccidendo almeno quattro persone e ferendone dieci. Sanitari locali hanno confermato che tra le vittime c’è un operatore di Medici Senza Frontiere, il tredicesimo membro dell’organizzazione a morire dall’inizio del conflitto.
Nel frattempo, le operazioni militari si sono estese anche alla Cisgiordania occupata, dove le forze israeliane hanno effettuato una serie di incursioni a Qalqilya, Betlemme e nel campo di Qalandia, con arresti e scontri che hanno causato nuovi feriti.
La comunità internazionale reagisce con colpevole ritardo: il presidente del Consiglio Europeo, António Costa, ha accolto con favore le proposte della Commissione Ue di sanzioni contro i ministri israeliani e la revoca dello status di partner commerciale privilegiato. Negli Stati Uniti, il senatore Bernie Sanders ha definito l’assalto a Gaza “un genocidio” e ha chiesto la fine della complicità di Washington.
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