Le proteste anti-Trump che da giorni infiammano Los Angeles sono degenerate in vere e proprie sommosse, con scene di violenza che smentiscono la narrativa del “tutto pacifico”. Tra i video più scioccanti circolati sui social nelle ultime ore, uno mostra chiaramente un gruppo di manifestanti lanciare sassi, detriti e persino monopattini elettrici giù da un ponte, mirando alle auto della polizia sottostanti.
I disordini sono iniziati il 6 giugno, dopo i raid federali contro gli immigrati irregolari voluti dall’amministrazione Trump, e sono esplosi qualche giorno dopo, in coincidenza con il “No Kings Day”, una protesta nazionale organizzata nel giorno del compleanno del presidente. I rivoltosi hanno incendiato automobili, devastato negozi, bloccato autostrade e imbrattato muri con scritte minacciose come “Kill a cop” e “Kill Trump”, oltre a bruciare la bandiera americana sventolando quella messicana in segno di sfida.
Il presidente Trump ha denunciato la violenza su Truth: "Se non avessi mandato le truppe, quella che una volta era una grande città sarebbe già andata in fiamme". La Guardia Nazionale e i Marines sono stati dispiegati per riportare l’ordine.
Le immagini dei manifestanti che colpiscono deliberatamente la polizia confermano la necessità di un intervento deciso: "Attaccare le forze dell’ordine è riprovevole. Questa violenza deve finire", ha dichiarato il Dipartimento della Sicurezza Interna.