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Israele, Biden apre a bombardamento di siti petroliferi e nucleari in Iran: "Ne sto parlando con Netanyahu" - VIDEO

Il Presidente Usa ha poi fatto un passo indietro: "No al bombardamento di siti nucleari"

03 Ottobre 2024

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha recentemente confermato che le discussioni con Israele sulla possibilità di attacchi raid contro le installazioni petrolifere iraniane sono in corso. Durante un incontro con i reporter, Biden ha spiegato che l’amministrazione americana sta valutando come rispondere all’escalation delle tensioni con Teheran, soprattutto dopo i recenti lanci di missili da parte del regime iraniano. L’attenzione internazionale è focalizzata su questo sviluppo, poiché le conseguenze di tali attacchi potrebbero avere un impatto significativo sulla stabilità del Medio Oriente, sebbene il presidente Biden abbia fatto sapere che “oggi non succederà nulla”.

Israele ha avvertito i suoi cittadini, ordinando evacuazioni nella zona a nord del fiume Litani, a seguito delle crescenti tensioni con Hezbollah. La situazione è ulteriormente complicata dalla preparazione dei funerali di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, che si svolgeranno oggi a Teheran e ai quali parteciperà anche il leader supremo iraniano Ali Khamenei.

Biden ha sottolineato che, sebbene gli Stati Uniti stiano valutando opzioni di attacco, queste escluderebbero qualsiasi intervento da parte di Israele, contro i siti nucleari iraniani. Questo approccio sembra mirare a mantenere un certo grado di indipendenza nelle decisioni di Israele, permettendo comunque a Washington di offrire supporto strategico; per l’appunto, afferma il presidente che Washington “consiglia” Israele, invece di “permettere”.

Dopo le dichiarazioni di Biden sulle valutazioni in merito ai bombardamenti di siti petroliferi, ci sono stati diversi movimenti sui mercati: il prezzo del petrolio è aumentato di oltre il 4%, raggiungendo i 73,01 dollari al barile. Questo aumento evidenzia come le tensioni geopolitiche possano influenzare i mercati globali e riflette la vulnerabilità dell'economia globale alle crisi nel Medio Oriente.

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