22 Novembre 2023
L’assassinio John Fitzgerald Kennedy, avvenuto a Dallas il 22 novembre del 1963, è avvolto da dubbi e misteri. A cominciare dalla traiettoria dei proiettili che hanno ucciso il 35esimo presidente degli Stati Uniti. “Lee Harvey Oswald”, viene spiegato in un video con alcuni spezzoni tratti da Contro Tv, “non poteva sparare tre colpi in otto secondi”. Il secondo proiettile è entrato nella nuca ed è uscito dalla gola di JFK e ha colpito il governatore del Texas. Il terzo proiettile, quello fatale, ha colpito Kennedy alla testa”.
“Secondo la versione ufficiale il primo proiettile ha mancato l’auto e ha colpito un marciapiede, con una scheggia che ha poi ferito un passante al volto e non è mai stato rinvenuto. Ma Oswald ha sparato sotto la sua finestra ed è impossibile che abbia colpito un marciapiede a decine di metri di distanza. Diversi esperti balistici hanno confermato che è impossibile che un proiettile che viaggia a una grandissima velocità venga deviato da un albero per poi finire sul marciapiede, come recita la versione ufficiale. L’Fbi ha fatto analizzare il pezzo di marciapiede ed era privo di rame, materiale utilizzato per fabbricare i proiettili sparati dall’arma di Oswold. La pallottola era diversa. Era un proiettile diverso partito da un fucile diverso”.
“Inoltre, tornando al famoso colpo alla testa, 14 medici e paramedici hanno confermato che mancava un pezzo della nuca di Kennedy, un’intera parte del cranio. Significa che il colpo fatale è arrivato da davanti e non da dietro e che la fotografia ufficiale dell’autopsia è stata taroccata per coprire quel buco”.
“A smentire la tesi ufficiale, sostenuta, tra gli altri, dallo storico Alessandro Barbero, ci sono 4 testimoni del complotto tra Cia e mafia: l’agente della Cia, Howard Hunt, il tipografo della mafia Chauncey Holt, il pilota della Cia, Tosh Plumlee, e James Files, l’uomo che sparò il colpo fatale alla testa di Kennedy”.
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