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Assassinio John Fitzgerald Kennedy, il 22 novembre 1963 la morte del 35esimo presidente Usa, ucciso da Lee Harvey Oswald a Dallas - VIDEO

Esattamente 60 anni fa Kennedy venne colpito da due colpi di arma da fuoco mentre si trovava nella limousine presidenziale a Dealey Plaza

22 Novembre 2023

Sono passata 60 anni esatti dall’assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Era il 22 novembre del 1963 quando il 35esimo presidente degli Stati Uniti venne ucciso mentre si trovava in auto con la moglie Jacqueline Bouvier, con il governatore del Texas, John Connally (ferito gravemente), e con la moglie di quest'ultimo, Nellie, a bordo della limousine presidenziale a Dallas. Kennedy fu ferito mortalmente nella Dealey Plaza da colpi di fucile sparati dal magazziniere, attivista castrista ed ex marine Lee Harvey Oswald.

Assassinio John Fitzgerald Kennedy, il 22 novembre 1963 la morte del 35esimo presidente Usa, ucciso da Lee Harvey Oswald a Dallas

Il viaggio a Dallas era visto dai collaboratori di JFK e da molti esponenti del Partito democratico come un grosso rischio che non doveva essere corso. Il senatore J. William Fulbright, autorevole esponente democratico dello stato dell'Arkansas, gli aveva detto: “Dallas è un luogo estremamente pericolos. Io non ci andrei. Lei non ci deve andare”. Un mese prima Adlai Stevenson, allora ambasciatore americano alle Nazioni Unite, nominato durante la presidenza Kennedy e sostenitore di JFK nella campagna presidenziale del 1960, era stato aggredito proprio a Dallas da un nutrito gruppo di oppositori.
Da una bozza del discorso che l'allora vicepresidente Lyndon B. Johnson aveva preparato per il discorso che avrebbe tenuto ad Austin, dopo la visita presidenziale a Dallas, risulta che l'incipit sarebbe stato “Signor presidente, grazie a Dio è uscito vivo da Dallas”.
Il 17 novembre 1963, alle 1,45 di notte, William S. Walter, un dipendente dell’Fbi, riceveva sulla telescrivente, nel suo ufficio di New Orleans, da parte del direttore del Bureau, il messaggio allarmante di un complotto. Il telex preannunciava un attentato alla vita del presidente Kennedy a Dallas, il 22 novembre, da parte di un non ben precisato gruppo militante rivoluzionario.

Il giorno dell’attentato: due colpi di fucile colpirono Kennedy alla gola e alla testa

Kennedy e la moglie Jacqueline salirono su una limousine sedendo nella parte posteriore, mentre sui sedili centrali sedettero Connally e sua moglie. La limousine, guidata dall'agente Bill Greer, rallentò in prossimità della curva tra la Houston Street e la Elm Street e, mentre il presidente e il governatore salutavano la folla, diversi colpi di fucile furono esplosi in direzione della vettura: due colpirono Kennedy, uno alla gola e uno alla testa, causandogli un’ampia ferita, rivelatasi poi mortale. La maggior parte dei testimoni riferirà di avere udito diversi spari. Altegens e Steven F. Wilson testimoniarono di aver sentito il rumore come di un mortaretto, altre persone dissero di aver sentito come lo scoppio del tubo di scappamento di un'auto o di una motocicletta.

L’annuncio ufficiale della Casa Bianca: “Il presidente John Fitzgerald Kennedy è morto per una ferita d’arma da fuoco al cervello”

Immediatamente la limousine si diresse verso il Parkland Memorial Hospital, dove i medici Charles J. Carrico e Malcom Perry si adoperarono per salvare la vita del presidente. Intanto, immediatamente, 75-90 secondi dopo l'ultimo sparo, al secondo piano del deposito di libri, Oswald si trovò di fronte al poliziotto Marion Baker. Baker affermò che ricordava di aver udito il rimbombo dei colpi approssimativamente “nella costruzione di fronte a me, o in quella a destra”, cioè da un altro edificio e fermò Oswald ma lì, davanti alla sala da pranzo, Oswald fu identificato dal sovrintendente dell'edificio, Roy Truly, che disse di lasciarlo andare. Sia Baker sia Truly testimoniarono che Oswald appariva “calmo, freddo, normale e in alcun modo senza fiato” e non era sudato.
Quando Oswald fu visto anche dalla segretaria del deposito al primo piano, aveva una bottiglia acquistata a un distributore automatico in sala da pranzo. Verso le 12,33 Oswald lasciò il deposito della Texas School e la Commissione concluse che aveva percorso una distanza minima di 105 metri dalla finestra esterna del sesto piano al primo piano.
Nel frattempo, al Parkland Memorial Hospital, mentre i giornalisti aumentavano, un prete somministrò l’estrema unzione al presidente.
I dottori lavorarono freneticamente per salvargli la vita, ma le sue condizioni erano disperate. Alle 13, dopo che l'attività cardiaca era cessata, e dopo il rito dell'estrema unzione, il presidente John F. Kennedy fu dichiarato morto. Il personale medico della sala traumatologica n. 1 che aveva curato il presidente disse che era “moribondo” e che non aveva chance di sopravvivenza quando arrivò all'ospedale. Il prete che somministrò l'estrema unzione dichiarò al New York Times che il presidente era morto poco dopo il suo arrivo all’ospedale.
Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Lyndon Johnson, ordinò che l'annuncio della morte del presidente Kennedy fosse dato solo dopo che lui aveva lasciato l'ospedale. Quindi il presidente fu dichiarato morto alle 13, ma l'annuncio ufficiale venne dato solo mezz'ora più tardi.
All'incirca alle 13,33, il segretario della Casa Bianca, Malcolm Kilduff, diede l'annuncio ufficiale nella sala conferenze dell'ospedale con giornalisti e membri dello staff medico: “Il presidente John Fitzgerald Kennedy è morto oggi approssimativamente alle 13 qui a Dallas per una ferita d’arma da fuoco al cervello”. Sono passati 60 anni.

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