20 Maggio 2023
Svolta nella guerra in Ucraina. L'esercito miliziano della Wagner avrebbe preso il pieno controllo di Bakhmut da settimane teatro degli scontri più violenti.
L'annuncio viene da Yevgeny Prigozhin, leader del gruppo paramilitare russo Wagner, in un video diffuso dal suo servizio stampa su Telegram: "Il 20 maggio 2023, oggi a mezzogiorno, Bakhmut è stata presa nella sua totalità".
"L'ultima sezione del cosiddetto "grattacieli dell’aereo" è stata conquistata. L'operazione per la conquista di Bakhmut è durata 224 giorni: il tritacarne Bakhmut”, in tenuta da combattimento davanti a un manipolo di miliziani che sventolano le bandiere russe, Prigozhin ha pronunciato queste parole per sancire che la sua missione su Prigozhin si è conclusa in modo positivo e che le sue truppe cominceranno a ritirarsi dalla città orientale ucraina già dal 25 maggio per riposarsi dopo lunghe settimane di combattimenti. "Abbiamo preso l'intera città, casa per casa" ha aggiunto Prigozhin che dovrebbe consegnare a breve la città all'esercito regolare russo.
Non si è fatta attendere l'immediata risposta di Kiev a smentire le dichiarazioni dei mercenari russi. "Tutto falso. Le nostre unità stanno combattendo a Bakhmut", ha affermato il portavoce militare Serhiy Cheravaty riportato da Skynews.
Nella giornata di ieri, Zelensky aveva commentato positivamente la decisione americana di consentire l'utilizzo degli F16 in Ucraina: "Accolgo con favore la storica decisione degli Stati Uniti e del presidente Joe Biden di sostenere una coalizione internazionale di jet da combattimento. Ciò migliorerà notevolmente il nostro esercito nel cielo. Conto di discutere questo al vertice G7 di Hiroshima", come riportava ieri un suo tweet.
Oggi, dal G7 di Hiroshima, in mezzo ai leader occidentali e sotto gli occhi del mondo, una nuova dichiarazione, collegata a quella di ieri ma ingegnata più a uso e consumo di un posizionamento di immagine internazionale: "Siamo qui per avvicinarci alla pace". Una pace che però, evidentemente, nei piani del presidente ucraino, è legata alla prosecuzione della guerra e da raggiungere solo e esclusivamente in conseguenza di una plateale sconfitta della Russia.
Il tema della fornitura degli F16 all'Ucraina da parte dei Paesi occidentali è dunque cruciale e potrebbe segnare una svolta alla guerra tanto che Mosca, che ha sinora tenuto un tono basso e prudente sull'argomento, ha immediatamente fatto sentire la propria voce: l'eventuale fornitura dei caccia all'Ucraina, ha fatto sapere, segnerebbe un cambio di rotta alla guerra e potrebbe portare "enormi rischi per l'occidente in caso di forniture a Kiev".
La città su cui oggi si concentrano gli scontri ha origini antiche. Nel 1571 era un posto di guardia del regno russo e così rimase fino al XVII secolo, quando divenne una fortezza contro le scorrerie dei tartari in Crimea e prima miniera per le stazioni di sale.
Nel 1924 assunse il nome di Artemivsk in onore del rivoluzionario russo Fedor Andreevic Sergeev, noto con il nome di battaglia Artem. Nel 1942 fu teatro di una strage ad opera dei soldati nazisti, ma un anno dopo tornò nelle mani dell'Unione sovietica dove rimase fino al 7 luglio 2014, giorno in cui l'Ucraina la ufficializzò come città del proprio territorio.
Nel 2016 riprese il toponimo originale di Bakhmut.
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