25 Gennaio 2023
“Dopo mesi di duri combattimenti, le forze armate ucraine hanno lasciato la città per ritirarsi sulle posizioni preparate”. Il portavoce militare della zona orientale dell’Ucraina, Sergei Cherevaty, ha dovuto alla fine ammettere all'agenzia di stampa France-Presse la presa di Soledar.
L’ammissione è avvenuta dopo 13 giorni dall’annuncio del Ministero della Difesa russo sulla conquista della città del Donetsk a cui, inizialmente, era seguito la smentita di Kiev.
Incalzato dalla stampa, il portavoce militare Cherevaty, però, non ha voluto dire quando è avvenuta la ritirata.
La sera del 12 gennaio scorso il ministero della Difesa russo annunciava: “E’ stata completata la liberazione della città di Soledar, importante per il proseguimento delle operazioni offensive di successo nella direzione di Donetsk". Ma il portavoce dell’esercito ucraino aveva replicato: “Pesanti combattimenti sono ancora in corso”.
Proprio su Soledar si è combattuta, quindi, una guerra anche mediatica. Per la difesa russa, il controllo della città ucraina "consente di interrompere le rotte di rifornimento delle truppe ucraine ad Artemovsk situata a sud-ovest, e quindi di bloccare e circondare le unità delle forze armate ucraine che vi sono rimaste".
Sono parole dure quelle pubblicate in un post dell'Ambasciata russa a Roma sulla sua pagina Facebook. "Per i militari russi che hanno girato questo video, non fa differenza quali mezzi militari italiani stiano bruciando nei pressi di Soledar: Iveco 4x4 o Mls Shield”, si legge, “Bruciano più o meno nello stesso modo". Il post è stato pubblicato a commento di un video di appena sei secondi che mostra le immagini di un mezzo militare in fiamme.
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