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Frederik Geertman, Banca Ifis: "82 mld di deteriorato nei prossimi 3 anni, forte vivacità dell'industria NPL"

Geertman, a Il Giornale d'Italia: "Abbiamo comprato 1,4 mld di euro. Vedo un mercato molto dinamico"

23 Settembre 2022

Frederik Geertman, AD di Banca Ifis, in occasione del NPL Meeting 2022 di Banca Ifis, ha dichiarato:

"Ci possiamo aspettare più produzione degli NPL. Noi abbiamo aggiornato le nostre previsioni con la pubblicazione del nuovo NPL Market Watch e abbiamo constato innanzitutto che nel 2022, quest'anno, le cose sono andate molto meglio di tanto non pensassimo un anno fa, perché l'impatto del covid alla fine è stato più modesto di quello che si temeva. Però a questa buona notizia si somma, purtroppo, un contesto macro molto sfidante: minore crescita economica, inflazione elevata, tassi in forte crescita, e questo normalmente si associa ad un aumento dei flussi a nuovo credito problematico. Quindi nel 2023-2024 un significativo aumento nella produzioni di nuovi NPL, che vengono, nelle nostre previsioni, gestiti dalle banche con una certa proattività, che vuol dire che loro si attiveranno per tenere scarichi i loro bilanci da questa asset class, vendendone quello che posso vendere.

Quindi le banche rimarranno, per come loro hanno annunciato le loro strategie, per la situazione in cui li vediamo, con degli Npe ratios molto bassi, quello che viene prodotto in eccesso, parliamo di 82 miliardi in 3 anni, ci aspettiamo che venga assorbito dall'industria degli NPL, che pare essere ancora molto vivace, con presenza anche di molti capitali esteri e che dovrà quindi assorbire. 

Oltre a quello che penso io, oggi abbiamo ascoltato tanti attori: abbiamo sentito Ad di banche, abbiamo sentito investitori. Quello che alla fine è emerso un po' come il consenso, è un consapevole ottimismo. Consapevole dell'entità dei problemi che ci stanno arrivando, il tema dell'energia è molto rilevante, l'inflazione pure, non si può sottovalutare quello che sta accadendo. Però è stato rimarcato da molti, innanzitutto che, ad oggi, anche le banche tradizionali non hanno ancora visto segnali di deterioramento, pur aspettandoseli; e che poi, il tessuto italiano, per una questione di basso indebitamento privato, forte liquidità delle imprese, forte capitalizzazione delle imprese, competitività delle imprese, il PNRR, insomma, il tessuto italiano non è fragile com'era nel 2011-2012, quando abbiamo avuto una crisi oggettivamente molto pesante. Quindi, senza sottovalutare l'importanza dei fenomeni negativi di cui abbiamo parlato, consapevoli di questo, comunque, un certo ottimismo sia lato banchieri, sia lato investitori. 

Sulle operazioni di Banca Ifis quest'anno, l'Ad ha affermato a Il Giornale d'Italia:

"Noi abbiamo comprato, quest'anno, 1,4 miliardi di euro, fino all'estate, più o meno. Questo su un programma annuale di 2,5 miliardi di euro, che pensiamo di potere confermare, quest'anno, grossomodo. Poi il volume di acquisto anno per anno è un indicatore che noi sicuramente guardiamo, ci piace ovviamente continuare a comprare, ma non é di per sé un obiettivo sul quale uno deve mettere troppa attenzione, nel senso che se ci sono le giuste operazioni e i prezzi sono corretti, uno compra; se i prezzi non sono corretti, può anche aspettare qualche mese e comprerà l'anno dopo. Più importante per il nostro conto economico è la qualità del lavoro sugli stock che abbiamo ovviamente già acquisito.

Quindi un anno dinamico, abbiamo comprato sia sul primario sia sul secondario, vediamo un mercato molto dinamico, prezzi in leggero aumento nel 2022, che ci aspetteremmo nel proseguo invece scendere, per il maggior costo del denaro, per aspettative di recupero che devono considerare l'impatto negativo dell'inflazione e della crescita del PIL".

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