23 Settembre 2022
Lucrezia Reichlin, Professor of Economics presso la London Business School, in occasione del NPL Meeting 2022 di Banca Ifis, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Vedo un rallentamento in corso e previsto per la seconda parte del 2022 e non solo in Italia, ma in tutta l'Europa. Quindi anche se è vero che l'Italia è stata particolarmente resiliente, anche in risposta al covid, e poi appunto ha avuto questa stagione estiva piuttosto buona, anche data la ripresa del turismo, però la crisi energetica a questo punto si fa sentire, e quindi vedo numeri negativi per la fine dell'anno nel settore reale. Quindi quando il settore reale si indebolisce, questo naturalmente significa che tutto questo mercato del credito viene colpito. Quindi questo indebolimento è parte e frutto della crisi energetica, parte e frutto della risposta inevitabile delle banche centrali e credo che continuerà a prevalere a meno che non ci sia una fine immediata di questa crisi, che però al momento non sembra essere nelle carte.
"Per la crisi energetica esiste un problema di medio-lungo periodo, rendere l'Europa più sicura dal punto di vista energetico. L'Europa non è un Paese produttore quindi c'è un issue di sicurezza energetica, e farlo rispettando i target che ci siamo dati per la transizione climatica, perché il futuro dell'energia è nelle rinnovabili. Quindi noi non dobbiamo fare investimenti oggi che ci portino indietro rispetto a quegli obiettivi, perché questo potrebbe creare dei rischi anche molto elevati per il settore reale, per le imprese e per le famiglie, perché i rischi climatici si possono contare in euro. Quindi dobbiamo affrontare questo problema è ciò richiede un pacchetto di politiche molto complesso e non mi sembra che ci sia una grande chiarezza di idee in giro.
"Il centro-destro al governo in Italia rafforza anche un movimento all'interno anche del Parlamento europeo, diciamo che è meno favorevole ad un allargamento delle competenze federali. Questa è una cosa che a me preoccupa, perché io credo che la risposta per problematiche così complesse come quelle dell'energia e del cambiamento climatico possano solo essere trovate con un allargamento delle competenze europee; questo è possibile solo in un processo che vede i partiti nazionali, i governi nazionali, collaborare e ora, non solo l'Italia, è chiaro che in questo momento l'Europa stenta a trovare una voce comune e quindi un partito non pro, che veda un'Europa più confederale nel terzo Paese più grande in Europa, forse indebolisce questo processo invece che rafforzarlo.
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