01 Dicembre 2021
Anna Maria Morrone, Responsabile Organization and People Development Ferrovie dello Stato Italiane a Il Giornale d’Italia: “Il lavoro dell’Help Center è stato amplificato, non solo quello di distribuire vestiti, cibo o beni di prima necessità è stato anche un lavoro di formazione, supporto anche dal punto di vista sanitario. Si è dato ampio spazio a quelle che potevano essere le informazioni basilari e fondamentali per vivere la pandemia anche per chi non aveva una casa e non aveva facilità di stare lontano dal virus e di accedere alle informazioni, per avere più possibilità di proteggersi.”
“Noi che frequentiamo tutti i giorni le stazioni vediamo che queste sono la casa di tante persone, sia dal punto di vista della quotidianità, sia dal punto di vista del rifugio vero e proprio. Il fatto che ci sia stata una minore frequentazione delle stazioni, inevitabile dovuta a una minore richiesta di trasporto, è evidente che ha messo queste persone in difficoltà per quanto riguarda la rete sociale, che in maniera volontaria tutti i giorni li aiuta, ma anche per il fatto che non avevano a chi rivolgersi e la difficoltà si è amplificata. Quindi il lavoro degli Help Center e la rete di solidarietà ha assunto una valenza ancora maggiore rispetto alla situazione pandemica.”
“Le categorie più colpite da questo sono diventate più trasversali, non soltanto quelli che erano i disagiati, i poveri coloro che non hanno rifugi, case dove tornare ma anche famiglie che prima avevano un lavoro, un’abitazione a cui tornare, quel rifugio e quella rete oggi l’hanno persa e quindi sono diventate anche loro persone da assistere.”
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