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Cantamessa (Fondazione FS):"Nuovo Orient Express ritorno italiano agli anni '50; Treno per Mosca? Quando verrà ripristinato, sarà tornata la pace"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Luigi Cantamessa, Dg della Fondazione FS e Ad di Treni Turistici Italiani: "Programma dei treni storici ha permesso il collegamento con i piccoli borghi"

14 Settembre 2024

Luigi Cantamessa, Direttore Generale della Fondazione FS e Amministratore Delegato di Treni Turistici Italiani, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"C'è una grandissima voglia di riscoprire il treno nella sua forma tradizionale, cioè carrozze letti, carrozze ristorante, carrozze con gli scompartimenti. Un modo diverso di viaggiare e di vedere l'Italia, quella minore, quella che non è interessata dai grandi flussi dell'alta velocità o dai collegamenti regionali frequenti. Questa voglia si è consolidata nell'ultimo decennio, grazie anche al grande lavoro di sensibilizzazione e di ricostruzione storica della Fondazione Ferrovie dello Stato. E quindi, mi verrebbe da dire che, dopo il grande mercato delle crociere marittime nate negli anni ‘80, nei primissimi anni ‘80, io vedo un futuro in cui ci sarà la crociera in treno, in Italia e in Europa."

Quali sono gli sviluppi del progetto Orient Express “La dolce Vita”?

"Io credo che l'Orient Express, La Dolce Vita, progetto italiano, sia qualcosa di potenzialmente enorme, quasi come un elemento di totale rottura in positivo nel mercato del turismo, non quello ferroviario. L'Italia non ha mai avuto un treno di lusso, non ha mai avuto un treno in cui ci si potesse accomodare in un comfort davvero esclusivo per vederla tutta. Pensare che quindi l'Italia possa mimare con il suo stile italiano, quello di Gio Ponti o di Giulio Minoletti degli anni ‘50, i fasti di quell'autentico Orient Express francese degli anni ’20, è qualcosa che porterà il nostro Paese, nell'arco di un lustro, una totale rivoluzione nel mercato delle crociere in treno. Ed è una soluzione mai sperimentata, che mette insieme tutto il recupero dell'esistente.

Abbiamo sottratto alla demolizione quasi 100 carrozze costruite in Italia tra gli anni ‘80 e ‘90 tutte nelle nostre industrie che all'epoca costruivano veicoli ferroviari, le abbiamo date a una società, Arsenale, che è specializzata nel refitting e nel revamping di questi interni come degli autentici hotel di lusso. Ma abbiamo fatto di più: sono state trasformate con delle ampie suite, con dei letti matrimoniali, con dei bagni fatti veramente con la ceramica. In più con un ristorante, o meglio più vetture ristorante, per cui l'esperienza sarà totalizzante. Arrivare a Venezia con questo Dolcevita Orient Express è la declinazione italiana di quel Grand Tour che ai primi degli anni Venti del Novecento iniziò in Francia e inaugurò la fortunata stagione di questo treno che è storia e mito: l'Orient Express."

Possiamo avere una visione sul ripristino del treno verso Mosca?

"Dobbiamo ricordare che l'Espresso notturno Nizza-Mosca, via Italia e Austria fu un’introduzione relativamente recente a metà degli anni del 2010 e fu il primo vero esperimento di treno a lunghissima percorrenza. Affascinante e meraviglioso perché partiva da Nizza, attraversava l'Italia, si fermava solo a Genova, a Milano, e il confine lo varcava o al Brennero o a Tarvisio, attraversando l'Austria e poi al Vov. In questa stazione dove le carrozze venivano rialzate e si cambiavano i carrelli per lo scartamento largo tipico della vecchia Unione Sovietica. Era un treno veramente eccezionale perché per arrivare in Costa Azzurra, raccoglieva, ovviamente tramite la Polonia e altri paesi, tanti turisti, e fu il primo tentativo di riconnettere due mondi: quello della Costa Azzurra e del rigido inverno russo. E devo dire che io spero che questo treno ritorni perché quando ritornerà questo treno sarà tornata anche la pace."

Come sarà articolato il programma dei treni storici, la cui partenza è tra pochi giorni?

"I treni storici ormai in Italia hanno una loro conquistata sacralità. Basti pensare che regioni come la Sicilia investono ogni anno risorse della cultura e del turismo per stabilizzare questa offerta. Basti pensare che quest'anno la ferrovia Transiberiana d'Italia, da Sulmona a Carpinone, passando sotto il massiccio della Majella d'Italia, è rientrata tra la prima ferrovia turistica per viaggiatori in Italia. Basti pensare che la linea del Colle di Tenda, quella che passa dal Breil su Roja, ha vinto due anni fa il luogo del cuore del FAI, il programma dei treni storici in Italia che è consultabile dal sito della Fondazione FS o dal sito della nostra nuova società di turismo FS Treni Turistici Italiani, un programma oramai consolidato che consente qualcosa di meraviglioso: arrivare a Milano Centrale con un treno ad alta velocità, da Bologna, da Torino, da Firenze e sullo stesso marciapiedi salire a bordo di una carrozza 100 porte degli anni ‘30 trainata da una locomotiva a vapore e arrivare, a esempio, sulle rive del lago d'Iseo e poi proseguire con la navigazione marittima. Devo dire che il programma dei treni storici ha consentito una realtà divenire tale. La destagionalizzazione del turismo, a lungo predicata e non sempre realizzata, ma soprattutto il portare dai grandi centri di attrattori e generatori di turismo come Milano nei piccoli borghi del Sebino è l'esempio concreto di cosa possa fare la ferrovia su due temi di grandissima attualità: la destagionalizzazione dei flussi turistici e il collegamento delle aree interne, le aree minori o i nostri borghi. Il treno lo può realizzare."

Il 2023 ha visto lo sviluppo dell'iniziativa Storia dei treni nella scuola primaria. Sono previsti altri progetti culturali di questo tipo nell'anno scolastico 2024 2025?

"Per la prima volta sui banchi di scuola dei bambini è arrivato un fumetto che racconta la storia dell'Italia in maniera super partes e serena, perché la ragnatela dei binari italiani ha costruito il Paese e l’ infittirsi delle nostre ferrovie ha connotato ogni decennio, dal 1839 ad oggi. I bambini per la prima volta hanno metabolizzato la storia del paese attraverso la cosa più bella: il treno. Un bambino saluta il treno al passaggio a livello, ma raramente saluta un autobus. Ecco perché abbiamo creato, io credo, una breccia nel cuore di questi piccoli. È stata un'esperienza ovviamente prototipale. Ci auguriamo di poter proseguire, d'intesa col Ministero dell'Istruzione, una serie di piccole pubblicazioni fatta per fasce di età, affinché la cultura ferroviaria entri a buon diritto nei programmi di istruzione. E chiudo con questa mia profonda riflessione: lo studente educato oggi alla cultura ferroviaria sarà il pendolare consapevole di domani o il viaggiatore accorto che saprà capire quanto lavoro e complessità c'è dietro a far marciare un treno."

Fondazione FS ha l'enorme compito di custodire il patrimonio storico di Ferrovie dello Stato. Come perseguite questo impegno?

"Lo perseguiamo da undici anni. L'anno scorso, a dieci anni della creazione, le Ferrovie dello Stato hanno consegnato un bagaglio enorme di identità fatta di oggetti, di carrozze, di locomotive, di stazioni, di immobili storici a un contenitore: la Fondazione Ferrovie dello Stato, che sembrerebbe paradossale, ma gestito da giovani. Sono stati i giovani a voler conservare l'identità di questo nome: Ferrovie dello Stato. Un nome, un simbolo che dal 1905, attraverso due guerre mondiali, reca la consapevolezza di essere popolo e che ha creato l'unità degli italiani al pari della lingua, delle poste, dei telegrafi e della scuola. Perché, lo dobbiamo ricordare nelle trincee del Carso, gli italiani della Sicilia ci sono arrivati con i treni delle Ferrovie dello Stato nella Grande Guerra. Ecco perché noi studiamo non solo un oggetto che il treno con i suoi archivi con i video ma noi abbiamo dato una dignità alla storia ferroviaria, alla cultura ferroviaria, come parte integrante della storia della Nazione."

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