01 Settembre 2024
Alfonso Cuarón dirige la Dea dell'Olimpo degli attori Cate Blanchett in una serie di sicuro successo dal titolo "Disclaimer", letteralmente "dichiarazione di non responsabilità".
Il titolo è la storia. Tutto ruota intorno a cosa accadde alla protagonista tanti anni prima, tanto da condizionare la vita sua e di molte altre persone. La veridicità degli eventi, tuttavia, è contenuta nelle pagine di un libro minaccioso oppure nei ricordi di chi visse quei fatti in prima persona?
Le domande che la serie suggerisce nella mente degli spettatori sono diverse. C'è una responsabilità rispetto agli eventi che si verificano ieri e/o oggi: di chi è? Come sono andate le cose per davvero? Quanto spesso i fatti corrispondono alle dichiarazioni di qualcuno che per primo ne parla o scrive? Conosciamo sul serio chi ci circonda da vicino, magari in famiglia? O, invece, vediamo la realtà che viviamo con un filtro che rende una vittima innocente qualcuno che amiamo solo perché lo amiamo? Siamo bravi a riconoscere le responsabilità altrui, ma le nostre? Crediamo a ciò che è più immediato e condiviso, ma poi siamo capaci a metterlo in dubbio, se necessario? E poi: dire la verità a tutti i costi o celarla per preservare i più deboli, specie se inconsapevoli o indifesi?
Dopodiché, ci sono il giudizio e il pregiudizio che attanagliano la nostra società, la nostra mentalità. Nei primi 4 episodi della serie presentata, con un totale di 7, alla 81° Mostra del Cinema di Venezia, il passato della protagonista è chiaro; nei successivi 3, proiettati il 30 agosto, tutto viene messo genialmente in discussione.
Ora, se la serie fosse stata realizzata in italia a mò di prodotto televisivo, sarebbe stata inguardabile. Il regista e il cast, tutto eccellente, il che conferma la bravura di Cuarón, rendono questo prodotto, ispirato al romanzo "La vita perfetta" di Renée Knight, un risultato meraviglioso, non destinato a un pubblico di minori per il tema, ma assolutamente godibile da un pubblico trasversale.
TRAMA
Il giovanissimo Jonathan è in viaggio in Italia con la fidanzatina, ma lei a un certo punto riparte per Londra. Lui conosce, sulla spiaggia di Forte dei Marmi, Catherine, una venticinquenne bellissima, che è lì con il suo bambino di 5 anni. Il giorno dopo una notte d'amore passionale fra i due, il ragazzo muore nel tentativo di salvare il bimbo dalle onde del mare salito.
Questo evento verrà di nuovo fuori per via di un libro anni dopo, condizionando l'opinione del mondo su Catherine, che, da rispettata e ammirata giornalista con una reputazione nata rivelando i misfatti e le trasgressioni degli altri, si trova a essere "quella che si merita di morire".
Se alle donne non è ancora permesso molto di ciò che viene ritenuto "normale" per gli uomini, alle madri è inflitta una condanna anche peggiore, quanto a pregiudizi, ghettizzazioni, atti discriminatori.
I genitori del ragazzo morto sviluppano un odio profondo nei confronti della donna ingrata che non li ha mai voluti conoscere, nonostante l'atto eroico del figlio, e, quando la madre di quest'ultimo muore di tumore, dopo una vita ormai distrutta, il marito di lei inizia a tessere la tela della vendetta per poi metterla pian piano in atto, con un obiettivo feroce e disumano.
Questo riuscito giallo psicologico è di forte impatto per le sfumature, per i molteplici messaggi che sono in linea con le summenzionate domande, per lo scontro fra mentalità e condizionamenti che ci fanno agire di conseguenza. Voto: 9,5.
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