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Biasiucci (fotografo): "La mostra 'Arca' alle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpoalo, un progetto di raccolta di archetipi legati alla storia dell'umanità"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Antonio Biasiucci, fotografo: "Lo spazio utilizzato per la mostra viene presentato così per la prima volta, completamente scarnificato"

26 Giugno 2024

Antonio Biasiucci, fotografo, in occasione della presentazione della sua mostra "Arca" presso le Gallerie d'Italia a Torino, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia

"Arca è una mostra completamente concepita per la manica lunga delle Gallerie d'Italia. È un lavoro site-specific, composto da 21 tomi che rappresentano 21 archetipi inseriti in questo spazio. Questi tomi sono il risultato di 40 anni di fotografia, un percorso iniziato a 19 anni, e di un progetto ambizioso: raccogliere archetipi legati alla storia dell'umanità nel tentativo di riscriverne la storia attraverso la fotografia, focalizzandosi sull'essenza. I soggetti sono autobiografici, ma il metodo di lavoro, che mira alla scarnificazione, libera questi soggetti dalle contestualizzazioni e dall'antropologia dei luoghi, offrendo loro all'osservatore per essere interpretati in base alla propria esperienza di vita. Questo approccio allontana il soggetto dall'autore, cioè da me stesso".

Esiste una motivazione per la scelta del bianco e nero?

"In realtà, è anche un aspetto identitario perché vivo a Napoli, ma ho trascorso i miei primi 18 anni in un piccolo paese di campagna. È proprio da questo contrasto che nascono i miei lavori, attingendo da entrambe queste realtà. Tuttavia, è importante sottolineare che Napoli è una città oscura, nonostante le cartoline che mostrano il bel paesaggio con il Vesuvio e il Golfo. La parte della città in cui vivo è fatta di ombre lunghe e di chiazze di luce che illuminano solo parzialmente un vicolo o una parete. Per questo motivo, è una città molto identitaria, anche legata al teatro. Io provengo dal teatro e il mio maestro di fotografia, Antonio Neiwiller, ormai morto da 33 anni, era un regista di teatro sperimentale che considero il mio maestro assoluto".

Come è nato il progetto con le Gallerie d'Italia?

"Questo progetto e la mia collocazione all'interno della grande fotografia italiana sono stati proposti da Roberto Koch, curatore della mostra, e accolti da Gallerie d'Italia. Si tratta di un progetto ambizioso, poiché lo spazio viene presentato così per la prima volta, completamente denudato e scarnificato. Gallerie d'Italia ha quindi assunto un impegno notevole per realizzare questo progetto".

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