13 Marzo 2024
Cristina Mittermeier, biologa, fotografa e attivista, in occasione della conferenza stampa di presentazione della mostra "Cristina Mittermeier, La grande Saggezza", ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Prima di tutto ci tenevo a dire "Grazie", perché è un grande onore per un artista avere una solo exhibition in una Museo come le Gallerie d'Italia, per la quale abbiamo lavorato insieme per ben due anni. Il messaggio che vogliamo lanciare con questa mostra, è un invito a tutte le persone di venire a vedere la magia della natura e dell'oceano, e di ricordarsi sempre che abbiamo bisogno di riconnetterci con la natura e proteggerla. Spero che le persone possano essere ispirate da queste fotografie e che, una volta vista la mostra, il loro cuore possa essere un po' più pieno di speranza.
Ci è voluto veramente tanto per decidere come strutturare la mostra, perché avevo il desiderio di raccogliere tutti i lavori che ho fatto durante la mia carriera. La prima stanza è dedicata alla sapienza delle tribù indigene, che non vivono isolate come comunemente potrebbe pensarsi, ma in comunione con la natura. La seconda stanza è un tributo alla natura e a ecosistemi quali foreste, foreste pluviali, mondo artico e regioni tropicali. Infine vi è l'ultima stanza, che è quella della regione polare, in cui potrete osservare fotografie di pinguini e icebergs, fino a giungere all'oceano. Qui farete un tuffo profondo, e passerete il vostro tempo con tartarughe marine, delfini e balene. Abbiamo impiegato veramente tanto tempo per riuscire a portare tutte le persone in questo viaggio, che mi auguro possa ricordare a tutti quanto è bella la nostra terra, e quanto dunque sia importante proteggerla.
Un tema molto importante è quello che abbiamo definito come enoughness, perché è qualcosa che io stessa ho provato in prima persona quando ho vissuto con le tribù indigene in posti remoti. Tutti pensano comunemente che queste persone siano povere, perché non hanno ricchezze materiali, ma in realtà hanno un'altra cosa che è fondamentale: il legame con la natura. In questo senso, questa mostra è un invito affinché tutti possano trovare il loro enoughness: di quanto abbiamo veramente bisogno per sentirci felice e completi come esseri umani?
Grande artista e fotografa, ma anche attivista
Si, da tutto questo, è possibile osservare il mio impegno non solamente come artista, ma per la società in generale, affinché le mie fotografie possano ispirare le persone e incoraggiare i legislatori a intraprendere azioni concrete per salvare la nostra meravigliosa terra e tutti i loro stupendi abitanti.
Hai una foto in particolare che consideri la tua preferita?
"Mi piace molto quella che ho alle spalle. L'ho scattata in Groenlandia, dopo aver viaggiato per molti giorni con gli Inuit Mushers; sono stati proprio loro a ricordami di fare attenzione e di non toccare gli animali; "non sono peluche - mi hanno ricordato - non toccarli, non dargli da mangiare, non coccolarli". Volevo davvero scattare questa fotografia, quindi ho iniziato a strisciare per avvicinarmi, e quando sono arrivata abbastanza vicina, ho sentito il loro ruggito"
C'è invece una fotografia in particolare che è stata veramente difficile da scattare?
Ogni fotografia nasconde un lavoro di giorni, e parte dell'essere un fotografo di National Geographic, implica un grande addestramento nell'avere pazienza e nel gestire la stanchezza e talvolta la noia, ma ovviamente alcune sono più difficili di altre da scattare. Sto guardando per esempio una foto che ritrae due orsi mentre attraversano un fiume; questa è stata molto difficile da scattare perché nel mentre mi stavano filmando per una serie televisiva con National Geographic. Per questo la crew mi disse: "siediti qui e fai finta di filmare gli orsi"; e quindi io non potevo muovermi pur volendomi avvicinare. Per questo la foto è scattata da così lontano... ma sono comunque riuscita a rendere la maestà di questi orsi, quindi ne sono stata comunque soddisfatta".
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