Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Coolio, Gangsta's Paradise: storia di una canzone che ha fatto la storia - VIDEO

La leggendaria hit, arricchita da un sample di Stewie Wonder e dai riferimenti religiosi del testo, sarebbe divenuta una delle più note tracce rap di tutti i tempi, e - rarissimo nel genere - senza volgarità. Esploriamone la genesi

29 Settembre 2022

"As I walk through the valley of the shadow of death"... l'epico incipit di Gangsta's Paradise del rapper americano Coolio, recentemente venuto a mancare per cause misteriose, suona potente come il primo giorno: è una citazione dei Salmi, nello specifico il ventitreesimo. Ma differentemente dal testo sacro, il gangster non può confidare nella benevolenza del Signore durante la sua discesa infernale nella depravazione del ghetto. Con un beat oscuro ed epocale tratto da un capolavoro di Stewie Wonder, Pastime paradise, la hit di Coolio riuscì nell'epica impresa di diventare uno standard del rap pur essendo del tutto priva di volgarità e parolacce. In questo video, della premiazioni Grammy del '95, vediamo Coolio, L. V. e Wonder cantare assieme il capolavoro.

Gangsta Paradise da Stewie Wonder a Coolio: due generazioni per un capolavoro

La storia della canzone non inizia da Coolio; inizia da Doug Rasheed, produttore della scena di Los Angeles. Fu lui a pensare che Pastime Paradise di Stewie Wonder potesse diventare fonte di un fortissimo beat per una canzone hip-hop. Se quella di Wonder (da Songs in a Key for Life) è un malinconica, ricca di sontuosi arrangiamenti barocchi, quella di Rasheed è cupa e drammatica. La fece sentire al cantante soul L. V., che ne realizzò tutte le parti corali, dal soprano al basso.

Fu anche lui ad avere l'idea del titolo: inizialmente cantava "Pastime paradise", come l'originale, ma per qualche ragione gli venne da cantare Gangsta's Paradise. Fu lui a decidere che l'ingrediente magico che mancava alla canzone fosse la presenza di un rapper. La scelta cadde su Coolio, o meglio, Coolio se la prese. Questo ultimo di solito non amava i lavori di Rasheed, ma quando sentì la base di Gangsta's Paradise rimase sconvolto. "Man, you did that?" disse. Coolio racconta che la sentì mentre era in bagno, e la prima cosa che fece fu andare da Doug e dirgli "Well, that's mine!".

Se la base (epocale) è di Rasheed, e il fortunato titolo di L. V., come ha contribuito Coolio? Con il testo, ovviamente, che è a sua volta perfetto. Se la canzone di Wonder narrava di coloro che si perdono nel passato dimenticava del presente, Coolio racconta una generazione che non ha futuro. "Ho 23 anni, e non so se arriverò ai 24": un crudo racconto, quasi giornalistico, delle generazioni del ghetto e della loro vita di follia, crimine ed eccesso. Una vita in cui si "prega il signore di notte fonda, sotto le luci della strada", per un aiuto che non sembra arrivare mai: l'opposto del "Il signore è con me" del Salmo 23esimo. Il verso finale "Tell me why are we so blind to see / That the ones we hurt are you and me?" è una dolorosa ammissione del fatto che la cultura di violenza del ghetto rende la vita un inferno per tutti: il ganstar si condanna da solo.

La bozza originale del testo conteneva molte volgarità, ma Wonder pose il suo veto, perché non voleva vedere la sua musica associata a cose oscene. Coolio riuscì comunque a fare un lavoro notevole, e Stewie rimase molto impressionato dal risultato finale, al punto da collaborare spesso con Coolio ed L. V. per cantarla dal vivo, come in questa stepitosa versione in cui vediamo un grande rapper, un cantante soul eccezionale e una vera leggenda vivente della musica contemporanea alternarsi in un crescendo virtuosistico.

Seguici su

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti