03 Settembre 2021
Ha colpito l’intero Paese ques’anno la storia di Saman Abbas, la diciottenne pachistana residente a Novellara, in provincia di Modena, che si è ribellata a un matrimonio combinato dalla sua famiglia, pagando , quasi certamente con la sua stessa vita, il desiderio di essere libera. Il corpo di Saman dopo oltre quattro mesi non è ancora stato trovato e i suoi familiari sono latitanti, scappati dalle loro responsabilità, qualunque siano. Ma quante Saman Abbas ci sono in Italia? Quante sono invisibili ai nostri occhi? Oggi, nel 2021, ci sono ancora donne alle quali non è concessa la libertà di amare, di sognare il proprio futuro, il futuro che vorrebbero. Donne costrette ad essere sottomesse ai loro uomini, alle loro famiglie, succubi delle tradizioni di matrimoni combinati o peggio, forzati.
Il docufillm “Matrimoni Forzati”, realizzato da Wall of Dolls Onlus, racconta le storie di tre donne vittime di matrimoni combinati o imposti. Donne che, ciascuna a suo modo, sono fuggite dai loro mariti, da situazioni di infelicita’ e violenza. Ma che hanno pagato e pagano tutt’oggi un prezzo altissimo per la loro libertà. Parvinder Aoulakh, Pinky, indiana di nascita ma bresciana d’adozione, è stata costretta a sposarsi con un uomo voluto dalla famiglia, originario del suo Paese e appartenente alla sua stessa casta. Si, perché a regnare è proprio la casta, bandita dalla legge ma vigente per la tradizione indiana. Lui, il marito di Pinky, geloso della vita occidentale e dell’autonomia, anche economica, della donna, cresciuto con una mentalità molto maschilista, ha iniziato a compiere su di lei violenze, prima psichiche e poi siche, anche davanti ai loro due gli. Fino al tragico epilogo: il 20 novembre 2015 Pinky si ribella, dicendogli di voler andarsene, lui in preda a una rabbia cieca la cosparge di diavolina, bloccandola in casa, e anche sei lei riesce a scappare in giardino, lui le da fuoco. Pinky verrà salvata dai vicini di casa. Mesi di ospedale e ustioni gravissime sono i segni indelebili di questa tragedia, anche se oggi Pinki è una bellissima combattente che lotta per aiutare le donne, testimonial di Wall of Dolls Onlus Brescia. E poi ci sono altre due ragazze, giovanissime, le chiameremo Nus e Nev, delle quali non è possibile rivelare identità e volto. Farlo vorrebbe dire mettere in pericolo la loro vita, segnata dalla lotta contro mariti violenti e prevaricatori. Altre due vittime con un disperato bisogno di aiuto, che raccontano come sono arrivate a situazioni critiche di vita.
“A volte basta un granello di sale di troppo per essere picchiate”, racconta una di loro. “Molto spesso è la famiglia a decidere tutto, non si può sfuggire”. Ed ecco allora che la libertà diventa una chimera inarrivabile, quella libertà che per le donne occidentali è oggi scontata. Wall of Dolls Onlus, da oltre sette anni attiva nella difesa delle donne vittime di violenza, ha presentato alla 78 Mostra Internazionale d’Arte Cinematograca di Venezia il doculm “Matrimoni Forzati”, in memoria di Saman Abbas e dedicato a tutte quelle donne afgane private dei propri diritti, nuovamente soggette a violenza, discriminazione e “schiavitù”, compresa la pratica brutale dei matrimoni forzati. Scritto da Francesca Carollo, giornalista e Jo Squillo, conduttrice TV, prodotto da Wall of Dolls Onlus, di cui sono rispettivamente presidente e fondatrice, il doculm è stato presentato presso lo Spazio della Regione del Veneto all’Hotel Excelsior, Lido di Venezia, giovedì 2 settembre alle ore 15.15. Francesca Carollo: “Molte donne non riescono a ribellarsi ai matrimoni imposti, perché farlo vuol dire andare contro la famiglia, e rimanere sole. Quando hanno il coraggio di andarsene si trovano spesso senza soldi, senza casa, senza aiuti. Donne cresciute con la mentalità che subire botte e soprusi sia normale, per il bene della famiglia. Una mentalità inaccettabile. Non possiamo arretrare di un millimetro sui diritti delle donne, anzi abbiamo il dovere di aiutare le vittime, spesso straniere, a uscire da questa spirale infernale.” Jo Squillo: “Nel mondo ancora oggi, nonostante i matrimoni con i minori siano vietati quasi ovunque, ne vengono celebrati invece circa 33 mila al giorno. Mi spezza il cuore pensare che ci siano donne costrette a stare chiuse in casa a subire violenze di ogni genere da uomini che non hanno scelto di sposare, bambine obbligate a fare sesso con uomini anziani. Con la sola consapevolezza che possano avere quattro uomini nella loro vita: il padre, il marito, il fratello e un glio maschio. Le donne in troppi paesi, ancora oggi, non possono decidere chi amare, se lavorare e studiare, come truccarsi, cosa indossare. Penso che ora tocca ad ognuno di noi. Ora tocca a noi non lasciare sole le donne del mondo, i bambini e tutti coloro che vogliono essere liberi. Ora tocca a noi, tutti quelli che credono nei diritti umani, agire. Perché la libertà di una donna, è il progresso del mondo.” Si ringrazia la Regione Veneto e in particolare il Presidente Luca Zaia per la sua attenzione a temi cruciali come i diritti violati delle donne. Le donne hanno il diritto di essere libere.
Il doculm verrà trasmesso sulla pagina Instagram della Onlus @wallofdolls, su Sky Canale 180 e sul sito www.wallofdolls.it
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