19 Agosto 2021
Monica Maimone, drammaturga e regista teatrale curatrice insieme a Valerio Festi dello spettacolo che inaugura questa sera a Rimini il Fellini Museum, a Il Giornale d'Italia ha spiegato:
"Ci siamo basati su uno degli scritti dell'analista di Fellini: Ernst Bernhard, psicanalista tedesco col quale il regista è stato in rapporto per tantissimi anni e sulla cui spinta ha scritto e illustrato il suo libro dei sogni. Abbiamo quindi lavorato sui sogni di Fellini piuttosto che sui film e abbiamo tradotto in immagini quello che poi lui ha espresso nei suoi capolavori ma anche quello che ha tenuto per sè ed è testimoniato dai suoi disegni".
"Abbiamo colto aspetti della sua disillusione ma anche della sua speranza, perché alla fine era un uomo che sperava in un futuro migliore e abbiamo cercato di metterlo in scena raccontando il rapporto tra i suoi sogni e sui film".
"Fellini era un uomo di altri tempi che ha saputo però descrivere l'Italia e gli italiani in un momento turbinoso della loro crescita, fino a questo finale programmaticamente elusivo che è stato ' E la la nave va', quando ha parlato della fine di un secolo, della futilità della guerra e della fine di un'arte come il bel canto collegandolo comunque a tutti i suoi temi che poi ha ripreso in Ginger e Fred. Direi che non è finito con un grande messaggio di speranza ma con una disillusione che ha poi voluto ridare al mondo nella 'Voce della Luna' con questa frase che dice Benigni: 'se potessimo solo fare un po' di silenzio forse impareremo ad ascoltare'".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia