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La Milanesiana, Cazzullo riflette sulla pandemia: "Dante ci ricorda cosa fare per tornare a 'riveder le stelle'"

Aldo Cazzullo: " Essere italiani non è una sfortuna ma una responsabilità, perché vuol dire essere all'altezza di un patrimonio unico di arte, cultura e bellezza ma anche di valori morali che i nostri padri e madri ci hanno lasciato"

28 Giugno 2021

"La cura è una forma di potere. Ora che abbiamo capito che la terra non è immortale e che l'umanità è fragile, dobbiamo prendercene cura insieme. Dante mette in scena una pandemia nel girone dei falsari, colpiti da una malattia infettiva che li prostra. Del resto le pandemie nell'epoca di Dante erano dolorose abitudini. La generazione successiva a quella di Dante sarà spazzata via dalla peste nera, quella dopo ancora farà il Rinascimento! Ce l'abbiamo sempre fatta, ce la faremo anche questa volta"- sottolinea Aldo Cazzullo, autore del libro dedicato a Dante ed edito da Mondadori "A riveder le stelle", in occasione de "La Milanesiana", ciclo di eventi ideato da Elisabetta Sgarbi- "Diceva Borges, il grande letterato argentino che aveva imparato l'italiano leggendo la Divina Commedia, che è il più bel libro scritto dagli uomini. Un libro scritto in italiano da un italiano. Nemmeno a me piace l'Italia di adesso ma la dobbiamo rendere migliore un pò alla volta. Essere italiani non è una sfortuna ma una responsabilità, perché vuol dire essere all'altezza di un patrimonio unico di arte, cultura e bellezza ma anche di valori morali che i nostri padri ci hanno lasciato. Dante ci ricorda cosa dobbiamo fare per tornare a "riveder le stelle"

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