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Piattaforma nucleare sostenibile: costruire la fiducia sociale

WEC Italia: i risultati della ricerca Project Tempo

14 Ottobre 2025

Roma, 14 ott. (askanews) - Con l'approvazione in Consiglio dei ministri del nuovo disegno di legge delega, il nucleare torna al centro del dibattito in Italia, ma stavolta, con una sfida nuova: l'accettabilità sociale dei cittadini e delle comunità locali. Si è parlato di questo all'evento promosso alla Camera dei deputati, su iniziativa dell'onorevole Luca Squeri, da World Energy Council Italia: "Piattaforma nucleare sostenibile: costruire la fiducia sociale", che ha visto la partecipazione di istituzioni, imprese e associazioni. Al centro dei lavori, la presentazione dell'indagine di Project Tempo, organizzazione indipendente di ricerca sociale e politica, attiva a livello europeo, che ha analizzato la percezione degli italiani rispetto al nucleare, confrontandola con quella degli altri Paesi europei. Fondamentale a riguardo l'intervento delle istituzioni

L'On. Luca Squeri, Componente X Commissione Camera dei Deputati, ha dichiarato: "Il ruolo è quello di rendere possibile anche nel nostro paese la produzione di energia tramite la tecnologia nucleare. Attualmente non è possibile perché non c'è una normativa, in quanto i referendum di tanti anni fa l'hanno reso impossibile. Adesso il nostro ruolo è quello di, sta arrivando in Parlamento un disegno di legge in tal senso, di normare come poter produrre ancora energia nucleare. Le cose da fare sono importanti, intanto la normativa generale e poi la ricostituzione dell'autorità sul nucleare che è un elemento fondamentale affinché ci sia la legittimità anche in Italia. Questa è una regola internazionale per poter produrre energia nucleare e direi tra le prime priorità comunque rimane quella della realizzazione del deposito unico per le scorie nucleari, cosa che i governi precedenti non hanno fatto pur dovendolo fare l'Italia. Noi siamo chiamati a farlo, altrimenti non saremo credibili nel voler ripristinare l'energia nucleare in Italia".

Un confronto che intreccia prospettive politiche, industriali, sociali e territoriali per costruire una fiducia sociale.

"L'obiettivo della giornata di oggi è quello di costruire un confronto tra tutte le parti coinvolte, dall'Accademia, alle associazioni agli esperti di debat public passando naturalmente per le istituzioni - afferma Michele Vitiello, Segretario Generale WEC Italia - L'obiettivo di World Energy Council è far dialogare queste parti per costruire una sintesi che ci aiuti a raggiungere la giusta transizione energetica. Naturalmente per fare questo il mix energetico deve essere realizzato senza pregiudizio ideologico sulla base di neutralità scientifica. Noi crediamo che il nucleare possa dare un contributo importante per coniugare sostenibilità e competitività del sistema paese. Oggi però non parliamo soltanto di tecnologie disponibili o di quali tecnologie faranno parte del mix. Parliamo principalmente del consenso sociale perché la transizione energetica è un processo umano e senza i cittadini non può andare avanti, rischiamo di perdere, di mancare gli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo dati come sistema Europa e sarebbe veramente un gran peccato. Quindi dobbiamo capire qual è il messaggio, qual è lo strumento più adeguato per far sì che la transizione venga percepita dai cittadini come un'opportunità e non come un limite"

Secondo la ricerca, il 56% degli elettori italiani è favorevole a una soluzione che combini energie rinnovabili e nucleare, un dato significativo da cui partire per costruire una fiducia sociale sempre più consolidata e condivisa.

Maximo Miccinilli, Executive Advisor di Project Tempo, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "La nostra ricerca dimostra che il 40% sostiene la tecnologia nucleare ma il 40% è ancora contro. Quando guardiamo un po' i dati vediamo che c'è un consenso dal centro-destra alla destra più estrema che va tra il 60% e il 52% mentre c'è un calo molto pesante dal momento che entriamo al centro-sinistra del 37%. Quindi vuol dire che non c'è ancora un consenso nazionale però quando guardiamo l'Italia rispetto ad altri paesi europei siamo più o meno nella media europea. Quindi vuol dire che anche paesi come per esempio l' Espana che opera nucleare, gli italiani supportano di più la tecnologia nucleare che gli spagnoli. Quindi vuol dire che è una partita in cui siamo in pareggio e dobbiamo vedere come l'Italia vuole reagire a questa sfida importantissima per il futuro del paese".

Dallo studio emerge che, gli italiani tendono ad accettare l'energia nucleare quando percepiscono benefici per la comunità, ad esempio: aria più pulita, bollette energetiche più basse, creazione di posti di lavoro e nuovi investimenti in infrastrutture. La ricerca mostra un dato sorprendente, ovvero, che il 64% degli italiani è favorevole ai reattori modulari di piccola taglia (SMR), percepiti come soluzioni più sicure.

Un dialogo a più voci che ha messo in evidenza come la questione non sia solo "se" il nucleare debba rientrare nel mix energetico italiano, ma piuttosto "come": con quali tecnologie, con quali garanzie e, soprattutto, con quale grado di coinvolgimento delle comunità locali perché il ruolo dell'energia nucleare, nel sistema energetico nazionale, deve partire dalla costruzione di una fiducia sociale informata e consapevole.

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