12 Ottobre 2025
Virata brusca nell'ambito dello stupro di Palermo del 2023. La vittima, Asia Vitale, è stata incastrata attraverso un audio reso pubblico dal programma televisivo Le Iene. In questo, tratto da una telefonata tra la ragazza e il podcaster Gioacchino Gargano, si sente Vitale spiegare che all'inizio del rapporto, lei era consenziente. E, in più, che i colpevoli sono stati "cretini" per aver confessato.
Un nuovo colpo di scena scuote il caso dello stupro di gruppo di Palermo, avvenuto nell’estate del 2023. Asia Vitale, vittima di violenza sessuale da parte di sette ragazzi condannati in sede giudiziaria, ha rilasciato dichiarazioni contrastanti rispetto alla verità processuale. In un audio registrato con il podcaster Gioacchino Gargano in una telefonata, trasmesso nella puntata di domenica 12 ottobre di Le Iene, la giovane ha raccontato di aver inizialmente acconsentito al rapporto di gruppo, prima di ritirare il consenso quando la situazione è degenerata.
Nel corso della conversazione, Vitale ha spiegato: "Il consenso inizialmente c’era… solo che poi è finita di merda, perché realmente mi hanno fatto quello che mi hanno fatto". La ragazza ha precisato di essersi trovata nella situazione senza averla organizzata, e di aver tentato di tutelare la propria immagine, mentendo sulla prima parte della serata. "Volevo autosabotarmi. Volevo che la gente avesse quello che aveva sempre pensato di me", ha dichiarato ai microfoni della trasmissione.
Nonostante queste ammissioni, gli elementi a sostegno della condanna dei sette ragazzi rimangono solidi. Il processo si è basato su video, chat di gruppo, testimonianze e la valutazione medico-legale: Vitale era sotto l’influenza di alcol e sostanze stupefacenti, incapace di esprimere un consenso valido, e le riprese mostrano urla e segni di violenza compatibili con gli abusi denunciati.
L’audio ha comunque riacceso il dibattito pubblico, con i legali dei ragazzi detenuti che sperano in una possibile riapertura del caso. Gli esperti sottolineano che, secondo la legge, il consenso sessuale può essere revocato in qualsiasi momento, e ciò avvalora la decisione dei giudici di riconoscere la responsabilità dei condannati.
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