21 Agosto 2025
È iniziato all'alba di oggi, 21 agosto, il blitz della polizia per avviare le operazioni di sfratto dello storico Centro Sociale Leoncavallo di via Watteau, nel quartiere Greco di Milano, occupato abusivamente da attivisti. Operazioni condotte in presenza dell'ufficiale giudiziario e che erano inizialmente fissate per il prossimo 9 settembre.
A quanto si apprende, la polizia non ha trovato nessun attivista all'interno della struttura durante il blitz. Al Centro Sociale erano stati notificati già 131 avvisi di sfratto. Il prossimo sgombero sarebbe dovuto avvenire il 9 settembre e in vista di quella data il Leoncavallo aveva aperto una raccolta fondi ("cassa di resistenza") per il suo "diritto ad esistere". Il Leoncavallo, nato nel 1975 come spazio pubblico autogestito finalizzato ad attività sociali, politiche e culturali, era tornato al centro del dibattito pubblico dopo che il Ministero dell'Interno era stato chiamato a pagare, secondo una sentenza della Corte d'Appello, 3 milioni di euro di risarcimento alla società L'Orologia srl del gruppo Cabassi per il mancato sgombero della struttura.
Sentenza che era arrivata dalla Seconda sezione della Corte d'appello del Tribunale civile milanese allorché i proprietari dell'area ne avevano presentato il ricorso. Questo accadeva nel novembre 2024 dopo che i giudici avevano certificato un danno, per la società proprietaria, di circa 3.039.150 euro. Il Ministero dell'Interno ha però chiesto alla Presidente dell'Associazione Mamme del Leoncavallo Marina Boer tale risarcimento. Boer che, nei mesi scorsi, aveva presentato una manifestazione per indicare un immobile situato in via San Dionigi come potenziale soluzione allo spostamento del Centro.
Già il 18 marzo 2003 l'associazione Mamme Antifasciste del 'Leonka' era stata chiamata, con sentenza del Tribunale, al "rilascio dell'unità immobiliare". Sentenza confermata nel novembre 2004 e riconfermata dalla Cassazione il 2 settembre 2010.
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