22 Maggio 2025
Martedì scorso, durante un nuovo interrogatorio, anche ad Alberto Stasi – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi – sono state poste domande che puntano a chiarire un possibile movente a sfondo sessuale. Alla presenza dei suoi legali, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, è stata affrontata la questione dei video intimi che lo ritraevano insieme alla fidanzata. In particolare, è stato chiesto a Stasi dove fossero custoditi quei filmati e se qualcuno, oltre a lui e Chiara, potesse avervi avuto accesso. Un elemento, questo, che non è nuovo agli atti dell’inchiesta.
Già nel verbale del 17 ottobre 2007, Marco Poggi, fratello della vittima, riferì ai carabinieri di Vigevano di essersi imbattuto in una conversazione tra i due fidanzati risalente all’anno prima del delitto. Una chat trovata accidentalmente mentre utilizzava il computer della sorella. «Dal contenuto intuii che il file che Chiara stava scaricando doveva contenere immagini relative alla loro intimità», spiegò Marco agli inquirenti. Un dettaglio che tornò alla mente dopo il funerale, quando ne parlò direttamente con Stasi: «Alberto mi confermava dell’esistenza di questo video». Stasi, durante l’interrogatorio, ha confermato quanto detto all’epoca, specificando che del filmato «non ne aveva mai parlato con nessuno». Tuttavia, secondo quanto risulta agli atti, quel computer era stato utilizzato anche da altri. Lo stesso verbale del 2007 riporta che tra coloro che avevano accesso al pc vi fossero due amici di Stasi: Andrea Sempio e Alessandro Biasibetti.
Un dettaglio che, alla luce della recente iscrizione di Sempio nel registro degli indagati per omicidio in concorso, torna ora sotto i riflettori investigativi.
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