15 Maggio 2025
Ecco un'intervista di Emanuele De Maria 6 mesi prima del suicidio. L'evaso suicida a Milano asserisce di star cercando di costruirsi una nuova vita e di sentirsi accettato dai suoi colleghi. Prima di uccidere la collega barista Chamila Wijesuriya, De Maria ha cercato di fare lo stesso di fare lo stesso con l'altro collega Hani Nasr, accoltellato davanti all'hotel Berna a Milano. "È da 3 anni che sto a Bollate, per il fine pena mancano 6 anni e mezzo. Sono stato condannato in via definitiva per omicidio volontario. Derivo da un percorso abbastanza travagliato, perché sono stato detenuto presso la struttura detentiva di Napoli, Secondigliano, dove il regime carcerario è molto diverso. Bollate è un istituto penitenziario dove la dignità umana viene ripristinata completamente. Bollate dà reinserimento, fiducia, e l'autostima che accarezza anche l'anima".
E poi: "Mi sento accettato dai miei colleghi, c'è un feeling positivo. Durante un litigio ho tolto la vita a un'altra persona. Il passato non può essere cancellato, l'unica cosa che posso fare è cercare di dare un senso a quello che ho commesso, perché se non c'è il progresso dell'individuo non c'è neanche la prospettiva. Non credo nel cambiamento totale, credo che si debba accennare alla consapevolezza interiore. Una volta che tu accendi questo, dai senso a quello che hai commesso, puoi costruirti una vita proficua, un percorso diverso. Attraverso questo lavoro, su due piatti della bilancia, io guardo me stesso allo specchio, dicendo: "Le cattiverie stanno fino al fondo, facendo gesti positivi cerco di raddrizzare questa bilancia".
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