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Khelif vs Carini, Paola Ceccantoni (Pubble): "Farsi spaccare la testa nel nome dell'inclusività? Occidente ipocrita, si avallano disparità" – VIDEO

La youtuber romana con 126mila iscritti bolla duramente come discriminazione nei confronti della Carini quanto avvenuto nell'incontro dell’italiana con l’algerina Imane Khelif, evidenziando come l'inclusività forzata possa portare a ingiustizie e disparità nei diritti degli atleti

05 Agosto 2024

L’opinionista e youtuber romana Paola Ceccantoni, nota sul web come "Pubble", ha commentato molto duramente il recente episodio con protagoniste le pugili l’algerina Imane Khelif e l’italiana Angela Carini: la seconda si era ritirata poco dopo l’inizio del match tenutosi lo scorso 1 agosto in questa edizioni delle Olimpiadi di Parigi 2024, esattamente a 46 secondi dall’inizio dell’incontro; commentando i colpi della rivale con "troppo forti, non è giusto" la poliziotta di Afragola aveva abbandonato la gara. Immediatamente la questione era stata politicizzata, oltre ad essere ancora adesso forte oggetto di dibattito su tutte le principali piattaforme social, con al centro della polemica la condizione patologica della Khelif, per la quale l’atleta algerina soffre di iperandrogenismo con conseguente produzione di testosterone superiore a quella normalmente prodotta dal corpo femminile.

L’ex vignettista romana, nata e cresciuta nel quartiere della Garbatella, approda sul "tubo" il 13 luglio del 2021 e lo stesso primo agosto, in serata, pubblica sul suo canale "Pubble" da 126mila iscritti il suo personale commento al match disputato tra la Carini e la Khelif, in un discorso di 5 minuti e 29 secondi. La didascalia sottostante il video riporta quanto segue: "Khelif vs Carini. Si è fatto un gran parlare in queste ore di diritti, inclusività, uguaglianza nello sport, ma alla fine quello che si è visto oggi sul ring è uno dei casi più orribili di discriminazione sportiva a cui si è mai assistito. figlia delle derive occidentali è questa mentalità dei diritti di qualcuno a oltranza che alla fine crea solo ingiustizia e diseguaglianza per altri. Mentre si polemizzava ci si indignava e si sprecavano fiumi di parole sui diritti di Khelif nessuno si è curato di quelli di Angela Carini, che a mio avviso ha ingiustamente subito uno scontro non equo buttando all'aria anni di sacrificio, un qualcosa di profondamente ingiusto in una società che fa sempre individui di serie a e b a seconda dell'utilità politica.".

Di seguito, invece, riportiamo il testo integrale del video-commento della Ceccantoni:

"Sono bastati 46 secondi, 46 secondi per dimostrare al mondo, o meglio al nostro piccolo angolo di mondo (quello bacato) che tutte le chiacchiere, le retoriche, i contorcimenti mentali e le speculazioni che riempiono le nostre giornate di polemiche social, alla fine sono cestinabili appunto, in 46 secondi. Politici, opinionisti, youtubers. Tutti a disquisire sulla atleta algerina Khelif. E i cromosomi e i calcoli balistici testosteronici, tutti proprio a vomitare parole su parole per dirci il come il quando il perché… e i documenti del Cio (Comitato internazionale olimpico): "e non c'è il cambio di sesso… e non è corretto definirla così, bisogna definirla cosà e poi bisogna vedere pure lei come si autodefinisce e i valori e l'inclusività e bla bla bla". Tutte le vostre chiacchiere ridotte nel "fa male fa malissimo" di Angela Carini che dopo solo 46 secondi rinuncia piangendo e mormorando che non è giusto. Non è giusto. E no, è certo che non è giusto. Non è giusto che un atleta si prepari per quattro anni per poi trovarsi costretta ad affrontare una gara non equa. Non è giusto che dopo tanti sacrifici uno si ritrovi a subire una così grande ingiustizia sportiva. Non è giusto che nel nome dell'inclusività si siano tenuti in considerazione i diritti solo di uno, calpestando i diritti dell'altra, perché è questo quello che è accaduto. Avoglia a trovarci tutte le chiacchiere che vi pare. Questo è quello che accade in società che i valori non ce li hanno e devono fingere di averne, che per dimostrare di non essere dei gusci totalmente vuoti quali sono, devono invece far finta di avere a cuore dei diritti e tendono quindi ad esaltarne alcuni, disinteressandosi di fare torto ai diritti degli altri. Quando una società vuota deve mettersi in vetrina, tende a non prestare attenzione a quante brutture semina in giro, semplicemente per permettersi i lustrini di quanto è brava e bella. Ed ecco, per lo specchio della nostra società sono bastati 46 secondi per fare gli squallidi giochini politici: si è reso ingiusto perfino lo sport, che dovrebbe essere uno dei campi più equi di confronto umano… nel nome dell'inclusività che lo sport dovrebbe caratterizzare, si è escluso nel nome della parità e dell'uguaglianza. Alla fine si è discriminato nel nome dell'integrazione e del rispetto dei sentimenti. Alla fine si è ridicolizzato e ferito… se si voleva far peggio di così non si poteva. 46 secondi per dimostrare che per creare categorie protette di diritti e di individui, inevitabilmente si penalizzano altri individui, che per fare la politica non ci si fa problemi a camminare come dei caterpillar sulla vita della gente. 46 secondi per dimostrare che per curare i sentimenti di uno, quello che conta, si può fare tranquillamente carta straccia dei sentimenti altrui. E così la dignità umana di cui l'Occidente si riempie tanto la bocca, continua a contare solo ed esclusivamente per chi ci pare al momento. E certo, se dici queste cose passi automaticamente per omofobo… e che non te la fai spaccare volentieri la testa nel nome dell'inclusività!? Perché Angela… ma in fondo ma chi se ne frega se la testa è la tua? Chi se ne frega se tu hai dovuto rinunciare a qualcosa in questi anni per essere su quel ring. Chi se ne frega se hai dovuto rinunciare a un qualcosa che riguarda la tua di identità. Che ne so, magari alla maternità, al non fare un figlio per andare alle Olimpiadi. E chi se ne frega se è stata la tua occasione sprecata o magari ne avrai altre di possibilità. Chi se ne importa del tuo sudore, delle tue rinunce Se non sei un soggetto funzionale alla propaganda politica del momento, la tua vita non conta niente. No, lo capisci da sola. E l'Occidente l'ha presa per vizio questa cosa che la propaganda politica decide a tavolino, le vite che contano e quelle che non contano, i diritti che contano e quelli che si possono calpestare. La violenza che si può legittimare su qualcuno sì e su qualcun altro no. L'autodeterminazione di qualcuno da esaltare, qualcun altro da negare, dalla sfera umana alle più complesse trame politiche. Che vuoi farci, l'Occidente si è abituato così. Una società che vuole le altezze quando gli mancano totalmente le basi… una società che vuole correre quando non sa manco camminare. Una società che ancora non ha capito che se i diritti di qualcuno si fondano sul fare un torto a un altro, quelli non sono diritti ma "fuffa". Una società che non ha capito che i diritti fondati sulle ingiustizie diventano privilegi e i privilegi creano disparità. E se si avalla la disparità, allora di quale c**o di inclusività si vuole parlare? Quali lezioni pretendete di dare? Ecco, anche oggi la vostra inclusività ad ogni costo ha fatto la sua vittima. Siete contenti, appagati? Avete fatto il vostro show politico, l'avete fatti i like, i posti, i tweet sulla pelle della povera ragazza? Ecco. E adesso sotto alla prossima vittima dei diritti e dei valori occidentali. Ecco, guardatevi bene sta foto di Angela che piange. Diteci che ha vinto l'inclusività e Angela che vuoi farci, è l'uguaglianza. Dipende dal periodo, ma c'è sempre qualcuno un po più uguale dell'altro.".

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