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Giornata nazionale vittime del Covid, 4 anni fa le bare dei morti a Bergamo, Croce Rossa: "Non dimentichiamo" - VIDEO

Un periodo buio, che è continuato poi per lungo tempo. Il lockdown si è protratto, è stato varato l'obbligo vaccinale ed il green pass. Adesso la pandemia è alle spalle. Le province di Bergamo e Brescia le più colpite

18 Marzo 2024

Oggi è la giornata nazionale delle vittime del Covid. Una ricorrenza dolorosa, che ricorda quando quattro anni una lunga fila di camion militari trasportava le bare dei morti. Era il 18 marzo 2020, il lungo lockdown per la pandemia, e quelle immagini divennero da subito simbolo, con le strade totalmente deserte. Le province di Bergamo e Brescia sono state le più colpite. Quattro anni dopo, a Bergamo, ci sarà una cerimonia con il commissario europeo Paolo Gentiloni e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

Giornata nazionale vittime del Covid, 4 anni fa le bare dei morti a Bergamo

Un periodo buio, che è continuato poi per lungo tempo. Il lockdown si è protratto, è stato varato l'obbligo vaccinale ed il green pass. Adesso la pandemia è alle spalle, il virus è un lontano ricordo così come il vaccino Covid e tutti i mezzi messi a disposizione per arginare la malattia.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: "L'epidemia del Coronavirus ha generato una "crisi" che "è suonata terribile esperienza delle sfide di fronte alle quali può trovarsi l'umanità e di come solo una risposta coordinata a livello globale sia stata in grado di farvi fronte, con l'accelerazione nella messa in opera delle più recenti scoperte della ricerca in cui protagonista è stata l'Unione Europea".

Così il presidente della Croce Rossa Rosario Valastro: "Quattro anni fa la pandemia entrò nelle nostre vite stravolgendole. Ancora oggi portiamo addosso le ferite e le conseguenze sociali del Covid-19, non ultime le nuove povertà che ne sono scaturite. Sono vive nella mente di tutti le immagini delle ambulanze che soccorrevano le persone malate, degli operatori sanitari che prestavano loro le cure necessarie, delle terapie intensive, non ultime quelle delle vittime di questa terribile epidemia".

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