10 Dicembre 2025
Sergio Flamigni, fonte: Wikipedia
È morto a 100 anni Sergio Flamigni, dopo un breve ricovero per motivazioni ignote all'ospedale di Bracciano (Roma). Si è sempre contraddistinto per la sua vita dedicata pienamente alla politica: prima come partigiano, poi come dirigente e parlamentare del Partito Comunista e, infine, come studioso esperto del caso Aldo Moro.
È morto all’età di 100 anni Sergio Flamigni, figura centrale della storia politica e civile italiana, partigiano, dirigente del Pci, parlamentare e tra i più rigorosi studiosi dei misteri della Repubblica. Flamigni si è spento in un ospedale di Bracciano, dove era ricoverato da alcuni giorni: la notizia è stata comunicata dall’Archivio che porta il suo nome, istituito proprio per custodire il patrimonio di documenti da lui raccolti in decenni di ricerche su terrorismo, mafia, P2 e strategia della tensione.
Nato a Forlì nel 1925, Flamigni iniziò giovanissimo la sua militanza antifascista: nel 1941 entrò in un gruppo clandestino e l’anno successivo aderì al Partito Comunista. Durante la Resistenza fu commissario politico della 29ª brigata Gap “Gastone Sozzi”, esperienza che segnò per sempre il suo impegno civile. Nel dopoguerra ricoprì ruoli di responsabilità nella Cgil e nella federazione forlivese del Pci, collaborando anche con Enrico Berlinguer nella difesa del Fronte della Gioventù.
Dal 1968 al 1987 fu deputato e poi senatore, diventando uno dei parlamentari più competenti nelle inchieste sulle deviazioni dei poteri dello Stato. Partecipò alle Commissioni sul terrorismo e sul caso Moro, sulla loggia massonica P2 e sulla mafia: lavori che lo avrebbero reso uno dei principali interpreti delle “zone d’ombra” dell’Italia repubblicana.
Il suo nome resta legato soprattutto al caso Moro. Fu tra i primi a contestare la versione ufficiale del sequestro e dell’assassinio del presidente Dc, ricostruendo nei suoi libri — da "La tela del ragno" a "Il covo di Stato" — il ruolo di apparati deviati dei servizi italiani e internazionali, e la presenza a Roma del negoziatore americano Steve Pieczenik. Le sue ricerche, spesso controcorrente, hanno alimentato il dibattito pubblico per oltre quarant’anni.
Dopo l’uscita dal Parlamento, Flamigni si dedicò completamente allo studio, pubblicando più di venti volumi su terrorismo, mafia, P2, Gladio e strategia della tensione. Nel 2005 fondò il Centro documentazione Archivio Flamigni, oggi una delle principali risorse per storici e magistrati.
Per ora non sono note le cause del decesso. La comunicazione della morte è stata data direttamente dal suo Archivio, specificando che il politico e studioso si è spento in un ospedale di Bracciano dopo un breve ricovero.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia