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Milano, il glicine storico rischia di far spazio al Museo della resistenza. Cittadini e vip si mobilitano: oltre 50mila firme contro Sala - VIDEO

Vip e cittadini si sono mobilitati in difesa della storica pianta che costeggia il giardino in memoria di Lea Garofalo

29 Maggio 2023

Il bellissimo e maestoso glicine che ricopre uno dei due caselli daziari di Porta Volta nel quartiere Garibaldi a Milano e che costeggia il giardino intitolato alla vittima di mafia Lea Garofalo, rischia di essere estirpato per fare spazio al Museo della Resistenza.

È infatti polemica in questi giorni nel capoluogo meneghino, dove residenti e personaggi della cultura e dello spettacolo, si sono mobilitati per difendere la pianta di glicine.

Il circolo ex combattenti e reduci dell’associazione Giardini in transito, ha lanciato una petizione online in difesa dell’arbusto, raccogliendo 51150 firme. La petizione è stata supportata dall’attore Giovanni Storti del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo.

Milano, il glicine storico rischia di far spazio al Museo della resistenza: l’appello al sindaco Sala

L’attore in un video diventato virale su Instagram, si schiera a favore del glicine, rivolgendo un appello al sindaco di Milano Giuseppe Sala.

“Si sono inventati una nuova costruzione e vogliono tagliare il glicine che ha quasi 80 anni. Perché? Se 50mila cittadini non sono d’accordo e vogliono frequentare questo giardino e poter avere uno spazio verde dove stare, perché costruire e aumentare il cemento? Signor sindaco, perché? Giunta, perché? Lasciate anche la decisione ai cittadini. Se 50mila persone vogliono questo, lasciategli godere quel poco di verde che c’è in questa zona”.

Il video ha raggiunto ben presto oltre 47mila like, tra i quali quelli di tantissimi vip tra cui Ezio Greggio. A sostegno della pianta anche il cantante di Elio e le Storie Tese e lo scrittore Fabio Volo.

L’imponente pianta dovrebbe fare spazio alla seconda piramide progettata dallo studio di architettura svizzero Herzog-De Meuron che ospiterà il nuovo Museo della Resistenza.

Oggi pomeriggio, infatti, nelle adiacenze dell’area si è tenuta una manifestazione con circa 200 partecipanti, tra cui anche alcuni esponenti di Fratelli d’Italia.

Mercoledì invece, ci saranno le operazioni, previste due giorni fa, di rilascio al ministero della Cultura dell'area di proprietà comunale dove si trovano il glicine e i tigli e dove dovrà sorgere il nuovo museo.

“Tutti vogliamo il Museo della Resistenza – ha detto ancora l’attore Giovanni Storti -  sono quasi 80 anni che Milano lo aspetta. Ma i progetti urbanistici andrebbero fatti pensando innanzitutto al luogo che dovrà accoglierli”.

Intanto il sindaco Sala, a monte delle proteste, lancia un aut aut: “Se è il glicine è considerato più importante del Museo della Resistenza e se spostarlo è costosissimo, allora vorrà dire che rinunceremo al Museo. Non è un obbligo fare il Museo. Per me sarebbe un peccato. Poi, ognuno si prenda le proprie responsabilità”.

Non ci sta il capogruppo in comune di Europa Verde Carlo Monguzzi, che parla di ricatto: “Vogliamo il museo - dice -. Ma non è vero, come sostiene il sindaco, che non può coabitare con il glicine. Alcuni architetti ci hanno spiegato che basterebbe apportare piccole modifiche poco costose, come un paio di asole, al progetto”.

Anche l’Anpi, da sempre favorevole al Museo, spezza una lancia in favore del glicine: “Non vogliamo che il museo diventi l’alibi per il suo abbattimento” hanno detto alcune sezioni locali. Ancora nessuna posizione dalla sede nazionale.

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