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Taranto, smaltimento illecito di rifiuti: Capitaneria di porto smantella organizzazione ecocriminale - VIDEO

Operazione della Guardia Costiera di Taranto: coinvolte tre società e 8 soggetti indagati a vario titolo per traffico illecito di rifiuti

25 Maggio 2023

Una discarica abusiva di 40mila metri quadrati con all’interno oltre 16mila tonnellate di rifiuti pericolosi. È quanto gli uomini della Guardia Costiera della Capitaneria di Porto di Taranto hanno scoperto a seguito di una lunga e meticolosa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e a seguito della quale, il sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza ha chiesto e ottenuto dal Gip il decreto di sequestro preventivo di beni e conti correnti, per un ammontare complessivo di 1 milione e 200 mila euro.

È stata così disarticolata un’organizzazione ecocriminale operante nell’intera provincia di Taranto, già compromessa a livello ambientale.

Nel corso delle indagini è emerso che nel sito di stoccaggio adibito a discarica abusiva, sarebbero state smaltite tonnellate di rocce da scavo, prive delle analisi di caratterizzazione e costituite da fanghi di dragaggio, nonché materiali misti di demolizione.

Nell’indagine sono state coinvolte tre società e otto persone indagate a vario titolo per traffico illecito di rifiuti.  

Oltre al sequestro preventivo di conti correnti per un valore di oltre 1 milione di euro, gli uomini della Guardia Costiera hanno proceduto al sequestro di cinque motrici con i relativi rimorchi, appartenenti ad una delle società, quella incaricata del trasporto dei rifiuti sul luogo di smaltimento.

Sequestrata anche una cava dismessa e destinata a divenire discarica abusiva, con una capienza di oltre 300mila metri cubi.

Le indagini si sono avvalse di metodi tradizionali, tecnici e documentali. Nello specifico, il nucleo di polizia giudiziaria della Guardia Costiera di Taranto, esaminando la documentazione fiscale delle società coinvolte, ha notato un notevole profitto economico derivato, presumibilmente, dal mancato recupero di ingenti quantità di rifiuti andato avanti per mesi.

Questo, per l’organo inquirente, ha consentito anche di costruire un quadro di responsabilità con gravi ripercussioni di natura ambientale.

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