24 Agosto 2020
La Sardegna si è trasformata in poco tempo da isola sicura a sede di possibili focolai. Sono sotto stretto controllo tutti i turisti che lasciano l'isola accusata di essere la nuova base di diffusione dei contagi. Tutti si chiedono come sia stato possibile questo repentino cambiamento.
Arriva ora una prima ricostruzione. I vertici dell'Unità di crisi regionale del Nord Sardegna non hanno dubbi sul fatto che siano stati i turisti a portare il coronavirus. “Il virus non era in Sardegna, è stato portato qui, dove ha attecchito, anche grazie alle discoteche”, spiega all'AGI Marcello Acciaro, responsabile dell'Unità di crisi. In questo momento, mentre si cerca di analizzare anche i percorsi del virus, l'attività è concentrata soprattutto sulla gestione dei casi. Occorre seguire le persone in isolamento domiciliare e i turisti positivi. L'Unità di crisi ha però rilevato che chi si è infettato l'ha fatto prevalentemente in discoteca. “E chi va in discoteca? Soprattutto le persone in vacanza – ricorda Acciaro – e chi c'era al Billionaire? Turisti e dipendenti. Ma chi lavora in discoteca, alla chiusura, di solito non va a ballare altrove".
“Le prime segnalazioni sono arrivate dalla Asl di Latina – prosegue il responsabile dell'Unità di crisi - e le ragazze romane che sono state a Porto Rotondo hanno detto di essere arrivate da Ibiza”. Con ordinanza del 12 agosto, il ministro alla Salute Roberto Speranza ha disposto l'obbligo di sottoporsi a tampone proprio per le persone in arrivo da Grecia, Croazia, Spagna o Malta. “Non dalla Sardegna – ha ribadito Acciaro – Se l'Isola era Covid free, come è possibile che le persone si siano contagiate qui?”. L'ipotesi è che “ci sia stato dei gruppi che ha partecipato alla 'movida internazionale', o magari è entrato in contatto con qualcuno che è stato in Spagna, Grecia, e poi si sono trovati in discoteca dove si sono contagiati”. Perché “il virus non era qui: la Sardegna è stata contaminata. I sardi contagiati sono quasi tutti operatori del turismo, i'problemi' sono riconducibili alle discoteche, non ai supermercati”.
I numeri, che in questi giorni hanno subito un'impennata, confermano che la Sardegna era stata toccata in maniera solo marginale dall'emergenza. Solo per citarne alcuni, un mese e mezzo fa, il 10 luglio, il bollettino dell'Unità di crisi indicava 1.372 casi accertato da inizio emergenza, 1.223 pazienti guariti, tre in ospedale (nessuno in terapia intensiva) e 7 in isolamento domiciliare. I nuovi casi: uno nella Città metropolitana di Cagliari. Il 18 luglio, un solo caso accertato nel Sud Sardegna. Il 25 luglio, tre casi del Sassarese, il primo agosto quattro persone (della stessa famiglia) rientrate dalla Spagna nel Sud Sardegna e un migrante. Tre casi il 7 agosto, due nella Città metropolitana di Cagliari e uno nel Sud Sardegna. Sempre nella Città metropolitana di Cagliari, l'unico nuovo caso del 12 agosto. Il 18 agosto 12 nuovi casi, diventati 37 il giorno successivo e scesi di nuovo (23) il 20. Il dato ha poi continuato a salire - spiega ancora l'Agi - 42 casi il 21 agosto (27 nel Sassarese), 44 il 22 agosto (34 nel Sassarese) fino agli 81 di ieri (56 nel Sassarese).
La Sardegna è stata messa sul 'banco degli imputati' attorno a Ferragosto con i casi della festa in discoteca a Porto Rotondo e del residence di Santo Stefano, a La Maddalena, contornati da quelli di diversi calciatori rientrati positivi dalle vacanze in Costa Smeralda. Sullo sfondo la polemica tra Flavio Briatore protagonista di un botta e risposta sui social con il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, dopo l'ordinanza che impone lo stop alla musica alle 24. Ma neanche 24 ore dopo lo scontro, è arrivata la notizia dei circa 50 dipendenti del Billionaire finiti in autoisolamento dopo la scoperta di sei positivi tra i dipendenti el locale. È nata così un'immagine dell'isola 'a rischio' - anche la zona 'imputata' è una piccola parte del Nord, poco frequentata da sardi - che ha mandato su tutte le furie, oltre a comuni cittadini, imprenditori e politici locali e che è sfociata con la richiesta del presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, di una riunione straordinaria dell'assemblea sarda per tutelare l'isola "contagiata e offesa".
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