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Vaccino Covid Pfizer, individuate tracce di mRna siero in sangue, sperma e placenta anche dopo 200 giorni da inoculazione - lo STUDIO israeliano

Studio israeliano trova mRna del vaccino Pfizer in sangue, placenta e sperma anche dopo 200 giorni dall'inoculazione, facendo aumentare i dubbi su modifiche permanenti del Dna

10 Dicembre 2025

Studio israeliano vaccino Covid Pfizer

Studio israeliano vaccino Covid Pfizer, fonte: Gavin

Uno studio israeliano dello scorso ottobre, firmato dai medici Lital Mordechay, Gideon Baum, Rinat Gabbay-Benziv, Hila Weinberg e Milana Frenkel Morgenstern, ha accertato che sono state individuate tracce di vaccino Covid Pfizer nel sangue, nello sperma e nella placenta di persone inoculate anche 200 giorni dopo la vaccinazione.

Vaccino Covid Pfizer, individuate tracce di mRna siero in sangue, sperma e placenta anche dopo 200 giorni da inoculazione - lo STUDIO israeliano

Un recente studio pubblicato il 15 ottobre 2025 sulla rivista Annals of Case Reports ha sollevato un acceso dibattito scientifico e mediatico: gli autori hanno rilevato, tramite nested PCR e sequenziamento, tracce dell’Rna sintetico del vaccino Comirnaty Pfizer-BioNTech nel sangue, nella placenta e nel liquido seminale di soggetti vaccinati.

La ricerca si è basata su un campione di 34 partecipanti: 22 donne gravide vaccinate, alcuni uomini donatori di sperma presso una clinica di fertilità, e altri adulti. I risultati mostrano che una larga parte dei campioni — soprattutto quelli raccolti entro 100 giorni dall’ultima dose — risultava positiva per Rna vaccinale sia nel sangue sia nella placenta; in alcuni casi la rilevazione restava valida anche oltre 200 giorni dopo la vaccinazione. Nel gruppo maschile, diversi donatori avevano mRna riconoscibile negli spermatozoi e, in alcuni casi, nel plasma seminale

Gli autori sottolineano che la tecnica usata — nested PCR più sequenziamento — è molto sensibile, in grado di riconoscere la sequenza esatta dell’mRna vaccinale, e che studi precedenti, con metodi meno sensibili, probabilmente non avevano rilevato questi segnali.

In sintesi, lo studio rappresenta un dato preliminare che impone la necessità di ricerche più ampie, controllate e trasparenti: solo così sarà possibile stabilire se la presenza di mRna in sangue, placenta o seme abbia un significato biologico e clinico. Questo è stato già ipotizzato da altri studi simili, che hanno a loro volta confermato una grande presenza di mRna del siero nelle cellule dei vaccinati e che hanno anche trovato conseguenze, come aumento incontrollato della proteina Spike.

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