19 Novembre 2025
Prof Martelli Ematologia Policlinico Umberto I Roma Fonte: Fb @AIL Roma
Il racconto di un'esperienza di ricovero al Policlinico Umberto I di Roma diventa l'occasione per un appello alla difesa del Servizio Sanitario Nazionale. Eugenio Cardi, scrittore romano, ha voluto pubblicamente ringraziare l'équipe del reparto di Ematologia diretto dal Prof. Maurizio Martelli attraverso questa lettera aperta. Una testimonianza che sottolinea come professionalità medica, umanità e organizzazione possano fare la differenza nella cura di patologie complesse come le malattie ematologiche. "Sosteniamo con forza il nostro SSN", scrive Cardi, "strategico, fondamentale e di importanza vitale. Spingiamo tutti affinché venga finanziato come fortemente merita".
Egregio Prof. Martelli,
Le rubo qualche secondo con questa mia avendo sentito la sincera e assoluta necessità di rappresentarLe i miei più sinceri ringraziamenti, e complimenti, soprattutto - naturalmente necessariamente estensibili a tutto il Suo Gruppo di lavoro - per come è gestito e organizzato tutto il Reparto di Ematologia del Policlinico Umberto I da Lei diretto.
Sono attualmente ancora ricoverato qui al reparto di Via Benevento ma ormai più o meno al termine del ricovero stesso (credo che potrò lasciare il reparto venerdì mattina), e prima di farlo come dicevo ho sentito la forte necessità di dover sentitamente ringraziare Lei e tutti i suoi collaboratori e collaboratrici, a partire dalle dottoresse Chiaretti e Iori (due grandissime professioniste già come persone, ancor prima che come medici) a Marta, la caposala, a tutte le infermiere e infermieri, seri e validissimi professionisti sempre veloci, attenti, cortesissimi, che per la gran parte delle volte entrano in stanza con un bel sorriso aperto (dietro ma mascherina di ordinanza, naturalmente); man mano che ci si conosce si scambiano due chiacchiere, così che anche chi si approssima ad un reparto così particolare per la prima volta, magari non troppo organizzato mentalmente e culturalmente, quindi comprensibilmente in ansia e un po’ spaventato, non può che approcciare con grande fiducia, e magari anche con un ricambiato sorriso a quel punto. Perché - mi permetto di dirlo da paziente - credo che queste ematologiche siano delle malattie così particolari (grave aplasia midollare idiopatica, nel mio caso), così infide, segrete, invisibili, nascoste nelle pieghe dell'organismo umano, che proprio per tali loro caratteristiche rendono ancor più - se possibile - spaventevole il tutto, e che quindi oltre che nel corpo umano albergano certamente nella mente del paziente come misteriosi fantasmi, al pari di un ingombrante e inquietante inquilino, terrificante quanto silenzioso.
Io, come Le dicevo, Professore, sono in uscita, o almeno spero, dovrei esser dimesso venerdì di questa settimana (se i valori dell'emocromo lo permetteranno), dopodiché naturalmente seguirò pedissequamente ogni prezioso consiglio dei medici che continueranno a seguirmi, incluso la gentilissima dott.ssa Salvatori del Gruppo W, contando che tutto vada nel migliore dei modi, cosa che, mi hanno spiegato, scopriremo nel giro di pochi mesi ma porterò con me, mi creda, tutto sommato - fermo restando che sempre permanenza in un ospedale è stata e non in un albergo, naturalmente - un ricordo di un'esperienza diversa, tutto sommato assolutamente unica e null'affatto negativa, incredibilmente migliore in buona sostanza di come ho potuto immaginarla prima che la cosa si compisse. Posso permettermi anzi di dire che son stato benissimo a 360°, dopo un po’ ho iniziato ad acclimatarmi e a sentirmi a mio agio, ho continuato dalla stanza assegnatami a scrivere e a fare tante altre cose, mantenendo sempre un ottimo umore e senza mai perdere ottimismo, serenità e fiducia estrema in tutti Voi. È di una incredibile e fondamentale importanza tutto ciò per noi pazienti, per cui grazie davvero, di tutto cuore.
Mi scuso con Lei Professore per il disturbo di questa mia (nella quale magari mi sono un po’ dilungato) ma ci tenevo davvero a rappresentare a Lei e al Suo magnifico Gruppo di lavoro quanto sopra.
I miei migliori saluti
Eugenio Cardi
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