25 Ottobre 2025
Roberto Speranza (foto Lapresse)
Nell'ambito della Commissione parlamentare d'inchiesta Covid e dall'inchiesta sulla morte della 18enne Camilla Canepa dovuto a trombosi post-inoculazione, sono emerse diverse email di medici ed esperti giunte al Comitato Tecnico Scientifico e ad esponenti del governo denuncianti la pericolosità del vaccino AstraZeneca, soprattutto sui giovanissimi: "I ragazzi sono usati come carne da macello".
Emergono nuovi dettagli inquietanti dall’inchiesta della Procura di Genova sulla morte di Camilla Canepa, la diciottenne deceduta dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Dalle testimonianze raccolte, risulta che il governo e il Comitato tecnico scientifico ignorarono per mesi numerosi avvertimenti provenienti da un gruppo di scienziate che avevano individuato rischi concreti per i più giovani.
Valeria Poli, ordinario di biologia molecolare a Torino, e Anna Rubartelli, ematologa e ricercatrice in pensione, fecero parte del gruppo “Scienziate per la società”, formato da una decina di esperte in immunologia, farmacologia e biologia. Già da marzo 2021 avevano scritto al ministero della Salute e al Cts, chiedendo di sospendere l’uso di AstraZeneca sotto i 60 anni, soprattutto tra le donne, dopo la scoperta della sindrome Vitt (trombosi con piastrinopenia) da parte del professor Andreas Greinacher.
Le loro email e lettere, tuttavia, non ottennero risposta. "Abbiamo scritto in più occasioni ma non ci hanno mai risposto", ha dichiarato Rubartelli ai magistrati. "Quando ci rispondevano, dicevano cose insensate". Anche Poli ha raccontato lo sconcerto di fronte al verbale del Cts del 12 maggio 2021, che diede il via libera agli “Open Day” vaccinali per gli over 18, nonostante le evidenze scientifiche già disponibili indicassero un rischio sproporzionato per i giovani.
Le scienziate denunciarono pubblicamente la situazione con una lettera al Corriere della Sera e poi con un appello sull’Huffington Post, ma furono accusate di “creare allarmismo”. "Eravamo sconcertate", ha spiegato Rubartelli, ricordando come il governo avesse scelto di proseguire le campagne di massa “per smaltire le dosi rimaste nei frigoriferi”.
Solo dopo la morte di Camilla Canepa la vicenda esplose, ma ormai era troppo tardi. "Forse, se ci avessero ascoltate prima, certe tragedie si sarebbero potute evitare", ha concluso la Poli.
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