07 Ottobre 2025
Meloni-Tajani-Crosetto Fonte: Reddit
Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Guido Crosetto sono stati denunciati alla Corte Penale Internazionale dell’Aia per concorso in genocidio. L’iniziativa, firmata da 52 tra giuristi, avvocati, esponenti politici, sindacali e del mondo della cultura — tra cui Moni Ovadia, Alessandro Di Battista, Laura Morante e Angelo D’Orsi — chiama in causa anche l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. L’accusa: complicità del governo italiano nei crimini commessi da Israele nella Striscia di Gaza attraverso la cooperazione militare e la fornitura di armi.
Tra i firmatari, elencati da Giuristi e avvocati per la Palestina, figurano anche nomi noti come Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Donatella Albini della segreteria nazionale di Sinistra Italiana, l’ex magistrato ed europarlamentare Luigi De Magistris, l’ex deputato del Movimento 5 Stelle e giornalista Alessandro Di Battista, il rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari, l’attrice e regista Laura Morante, l’attore e cantante Moni Ovadia, la dottoressa Francesca Perri e lo storico Angelo D’Orsi.
La denuncia, trasmessa al Procuratore presso la Corte Penale Internazionale, sostiene che “vi sia una presumibile complicità del governo italiano nei crimini israeliani menzionati e che la relativa responsabilità sorga presumibilmente in capo ai principali componenti del governo italiano e cioè il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli esteri nonché vicepremier Antonio Tajani, e il ministro della difesa Guido Crosetto, da ritenere presumibilmente colpevoli in quanto titolari del potere decisionale in ordine alla cooperazione militare e di sicurezza con Israele e all’autorizzazione delle forniture di armi, senza che possano opporre alcuna immunità di natura personale e funzionale, dato che le relative attività si sono svolte nel più evidente dispregio delle normative interne e internazionali”.
“Rivendico di essere uno dei 58 firmatari – ha dichiarato Acerbo – Rivolgersi alla corte penale internazionale non è un atto di violenza ma un doveroso tentativo di far rispettare il diritto internazionale nel mentre è in corso un genocidio di cui è complice il governo del nostro Paese. Come al solito la nostra iper cinica e spregiudicata presidente ha giocato la carta del vittimismo nel corso del consueto monologo nella trasmissione del fido Bruno Vespa. Le vittime sono i bambini e i civili di Gaza, non Meloni e i suoi sodali, alleati e complici di Netanyahu”.
I firmatari si sono appellati all’articolo 15 dello Statuto di Roma, trattato costitutivo della Corte Penale Internazionale, che consente non solo agli Stati membri ma anche a organizzazioni internazionali, agenzie ONU e ONG riconosciute come “fonti affidabili” di sollecitare indagini formali. La denuncia, che al momento ha raccolto oltre 35mila adesioni, si basa su un insieme di prove documentate “in atti e rapporti delle Nazioni Unite, rapporti di organizzazioni specializzate nell’analisi del commercio e traffico di armamenti, dichiarazioni di autorità governative italiane, interrogazioni parlamentari, e articoli di stampa, contenuti o indicati nell’allegato alla denuncia stessa insieme alla denuncia a suo tempo presentata alla Procura di Roma e dall’integrazione alla denuncia stessa”.
Sul piano internazionale, la questione si inserisce in un contesto complesso: da oltre un anno, infatti, pende sulla figura del premier israeliano Benjamin Netanyahu un mandato di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità, emesso dalla stessa Corte Penale Internazionale, insieme a quelli nei confronti dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e del comandante delle brigate al-Qassam, Mohammed Diab Ibrahim al-Masri, noto come Deif. Tuttavia, la giurisdizione della Corte resta limitata: solo 123 dei 193 Paesi membri dell’ONU la riconoscono, tra cui non figurano Stati Uniti, Cina, Israele e Russia — una circostanza che ne riduce fortemente la portata effettiva.
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