19 Settembre 2025
Netanyahu, Fratoianni, Tajani, fonte: Wikipedia
Bufera sulla politica italiana e la diplomazia con Israele: lo Stato ebraico ha infatti revocato i visti di alcuni deputati di Alleanza Verdi Sinistra, fra cui il leader del partito, Nicola Fratoianni, per "essersi recati in Cisgiordania nello scorso aprile". Da oggi, sono ritenute "persone sgradite" da Tel Aviv. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha promesso che chiederà a Israele di "fare chiarezza" sulle motivazioni del gesto.
L’ambasciata israeliana in Italia ha comunicato a Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, e agli altri parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra che avevano visitato la Cisgiordania ad aprile, la revoca dei loro permessi di ingresso in Israele. "È cambiato per te – questo recita il messaggio – Nel nuovo stato è: negata la possibilità di ingresso in Israele", ha spiegato Fratoianni ai giornalisti davanti alla Camera.
La delegazione, composta oltre che da Fratoianni anche da Marco Grimaldi, Franco Mari, Peppe De Cristofaro e Angelo Bonelli, aveva svolto incontri con attivisti palestinesi e parlamentari israeliani. Bonelli ha parlato di “atto politico grave”: "La democrazia di Netanyahu è questa: fermare chi critica la pulizia etnica in corso o uccidere i giornalisti per impedire che sia documentato l’orrore di Gaza".
La revoca dei visti non sembra casuale: negli ultimi mesi, i parlamentari Avs hanno espresso durissime critiche alle operazioni militari israeliane nella Striscia, parlando apertamente di “genocidio”. De Cristofaro ha denunciato il caso in Senato:"Siamo considerati persone sgradite. Questo la dice lunga su cosa sta accadendo".
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che il governo "non era stato informato" e che prima di eventuali contromisure "è necessario chiarire l’accaduto".
Il provvedimento si inserisce in una serie di divieti simili imposti da Israele a figure pubbliche straniere critiche verso il genocidio a Gaza. Negli ultimi mesi, il divieto di ingresso ha colpito anche esponenti politici spagnoli come Yolanda Díaz, la ministra Sira Rego, l’europarlamentare Rima Hassan e persino funzionari dell’Onu.
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