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Anche l'Emilia Romagna e il Comune di Bologna interrompono relazioni con Israele dopo la Puglia: "Porre fine al massacro a Gaza"

il governatore Michele de Pascale, con una lettera ha "invitato membri di giunta e dirigenti a interrompere i rapporti "anche con tutti i soggetti riconducibili al governo che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato

01 Giugno 2025

Anche l'Emilia Romagna e il Comune di Bologna interrompono relazioni con Israele dopo la Puglia: "Porre fine al massacro a Gaza"

Michele de Pascale, fonte: imagoeconomica

Anche l'Emilia Romagna e il Comune di Bologna interrompono le relazioni istituzionali con Israele dopo la Puglia. Le regioni ed i comuni italiani si mobilitano in modo individuale visto il silenzio di Meloni, e prendono posizione contro il genocidio a Gaza. In particolare, il governatore Michele de Pascale, con una lettera ha "invitato membri di giunta e dirigenti a interrompere i rapporti anche con tutti i soggetti riconducibili al governo che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato". Iniziativa seguita a ruota  da quella di alcuni Comuni della regione, fra i quali Bologna e Rimini dove i sindaci, Matteo Lepore e Jamil Sadegholvaad, hanno disposto analogo provvedimento.

Anche l'Emilia Romagna e il Comune di Bologna interrompono relazioni con Israele dopo la Puglia: "Porre fine al massacro a Gaza"

La decisione dell’Emilia-Romagna, ha spiegato de Pascale, è stata assunta "a fronte delle gravissime violenze in atto nella Striscia di Gaza, che continuano a colpire duramente la popolazione civile, come dimostrano anche i drammatici eventi degli ultimi giorni a Rafah, e in considerazione del procedimento avviato dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità".

Il neo governatore ha poi sottolineato: "Ciascuno di noi è chiamato a fare quanto è nelle proprie possibilità, nel pieno rispetto delle leggi e delle competenze costituzionali, per contribuire a fermare le violenze in corso". De Pascale, prevenendo eventuali critiche, ha precisato che "questa posizione è assunta nei confronti dell’attuale Governo israeliano, non del popolo israeliano, né tanto meno delle persone di religione ebraica e delle comunità ebraiche presenti in Emilia-Romagna, da sempre protagoniste del dialogo interreligioso e dell’impegno contro ogni forma di violenza".

La Puglia ha già interrotto le relazioni istituzionali con Israele

La decisione intrapresa dall'Emilia Romagna segue a stretto giro di posta quella della Puglia. Il governatore Michele Emiliano, in un video diffuso sui social ha parlato esplicitamente di "un genocidio di inermi palestinesi", invitando "tutti i dirigenti e dipendenti della Regione, delle sue Agenzie e delle società partecipate a interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto governo e con tutti quei soggetti a esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella Striscia di Gaza". Emiliano ha inoltre precisato: "Si tratta di una posizione nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano. Sono infatti tantissimi israeliani ed ebrei di tutto il mondo che stanno condannando il Governo Netanyahu”.

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