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Social, la proposta di legge di FdI: “Multa di 500mila euro alle piattaforme che censurano”

Sanzioni per “piattaforme digitali e reti sociali telematiche che si rendono responsabili di comportamenti “discriminatori” per evitare nuovi casi Trump

20 Gennaio 2023

Social, la proposta di legge di FdI: “Multa di 500mila euro alle piattaforme che censurano”

Una multa di 500 mila euro ai social network che censurano. È la proposta di legge depositata alla Camera da Fratelli d’Italia con data 11 gennaio 2023 che ha come obiettivo “la trasparenza e la parità di trattamento nella gestione e diffusione di informazioni e notizie di rilevanza sociale e politica su siti e social network”. La sanzione colpirebbe le “piattaforme digitali” e le “reti sociali telematiche” che si rendono responsabili di comportamenti “discriminatori” o “lesivi della parità di trattamento” e della “libera manifestazione del pensiero”.

La proposta di legge è stata presentata dai deputati meloniani Kelany e Filini

I social, si legge nel testo presentato dai deputati meloniani Sara Kelany e Francesco Filini, sono anche obbligati a rimuovere dalle medesime piattaforme “le notizie riguardanti persone e fatti che risalgono a oltre dieci anni prima della data di entrata in vigore della legge” su richiesta dell'interessato, eccezion fatta per alcuni casi (omicidio, lesioni personali gravi e gravissime, reati sui minori e mafia). La proposta di legge Fdi introduce per i gestori delle piattaforme social l'obbligo “di garantire a ciascun utente la libera espressione del proprio pensiero, nel rispetto dell'articolo 21 della Costituzione e con i soli limiti imposti dalla legislazione penale vigente”, così come l'obbligo di “attenersi a specifici criteri di trasparenza e di proporzionalità" nella gestione di notizie e profili con rilevanza sociale e politica, contenuti che dovranno essere valutati da persone fisiche e non più dai bot”.

“Emblematico il caso Trump, censurato sine die da Twitter con un click”

Secondo Kelany e Filini, la pdl depositata alla Camera serve anche per evitare casi simili a quello di Donald Trump, “censurato sine die da Twitter con un clic. È accettabile, in un sistema democratico, che con un semplice colpo di spugna dato dalle big tech della comunicazione si possa silenziare improvvisamente e senza possibilità di appello un contraddittore politico?”, si chiedono i due deputati di FdI.

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