25 Luglio 2022
Ormai è già tempo di campagna elettorale E Calenda, tiene i gradimenti ha l'8% si dà al mercato politico delle acquisizioni, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, entrambe ministri sia per il governo draghi che per l'ex governo di centro-destra, hanno deciso di lasciare Forza Italia dopo il tradimento del partito che ha causato la caduta del premier Mario Draghi.
Una decisione presa a tradimento, dopo che i due partiti di centro-destra si erano recati alle 19:40 Palazzo Chigi prima del voto di fiducia. Ma l'abbandono dell'aula da parte della Lega e di Forza Italia non ha consentito il raggiungimento del numero legale e quindi il voto di fiducia non è valido.
Tuttavia Mario Draghi non aveva intenzione di chiedere una seconda volta al senato di riconfermare la fiducia perché questa sarebbe stata una posizione disdicevole, poco elegante, che avrebbe necessitato una minore misura di orgoglio. E così le dimissioni erano scontate.
Mario Draghi adesso corre per il Quirinale o quantomeno per un'area che lo sostenga come nuovo premier, ma lui ha già chiarito che non ci sarà un nuovo governo.
Per questo Calenda ha subodorato la possibilità di poter avere nel partito due persone che comunque piacciono, in particolare Mara Carfagna che nel centro Sud ha anche un grande seguito e ammette: "Avrei piacere ad averle qui con noi".
Poi commenta Salvini come leader "allo sbando", uno dei più "screditati in Italia e all'Estero", perché "cambia scelta ogni due ore". In un'intervista al Corriere ammette: «Ricordo che andava al Parlamento europeo con la t-shirt con la faccia di Putin, dicendo che dava indietro due Mattarella per mezzo Putin».
"Vorrei ricordare che chi voterà Calenda darà il voto ai radicali. Scegliendo loro sarà a favore dell’utero in affitto, dirà di sì alla legalizzazione delle droghe…posizioni inconciliabili per noi che ci ispiriamo ai valori cattolici e cristiani". A dirlo a Repubblica è stata Licia Ronzulli. "Gelmini ha usato strumentalmente la decisione di FI per dare un senso alla sua uscita", ha continuato.
"Sapevamo che stava lavorando già da 3 mesi ad un progetto alternativo al nostro con Calenda e Bonino e i toni e la velocità della sua uscita lo confermano. Ora vuol descrivere FI sottomessa al sovranismo. Ma nel novembre 2019, con la Lega in vetta, mi chiese di organizzare un incontro con Salvini per staccare dal gruppo di FI, che guidava, 30 o 40 deputati. Cosa che ovviamente mi rifiutai di fare".
“Su una base comune di valori e programmi, riassumibili nell’agenda Draghi, è possibile costruire con il PD un’alleanza elettorale di un fronte largo per battere le destre. E se vinciamo, indichiamo Draghi premier. Ma vanno chiarite prima alcune cose”. Così ancora il leader di Azione, Carlo Calenda.
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