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Giorno del ricordo 2022, Draghi in Senato per la commemorazione delle vittime delle foibe

In corso al Senato la commemorazione del Giorno del ricordo in memoria vittime delle foibe. Presenti il premier Mario Draghi e il presidente Sergio Mattarella

10 Febbraio 2022

Giorno del ricordo 2022, Draghi in Senato per la commemorazione delle vittime delle foibe: la DIRETTA

fonte: Twitter

Si è tenuta giovedì al Senato la commemorazione del Giorno del ricordo per le vittime delle foibe alla presenza del premier Mario Draghi. L'evento è stato aperto dal discorso della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, cui è seguito quello del presidente della Camera, Roberto Fico e del vicepresidente della Camera Ettore Rosato. Infine l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi. Presente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il vicepresidente della Corte costituzionale, Daria de Pretis, il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi di Maio e il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi.

Giorno del ricordo 2022, la commemorazione in Senato

Nel corso della cerimonia sono intervenuti anche il Presidente della FederEsuli Giuseppe De Vergottini e la Vice presidente vicaria nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Donatella Schurzel. Durante il suo intervenro, Schurzel ha posto l'accento non solo sulle continue minacce del revisionismo e del giustificazionismo della tragedia delle foibe, ma anche sul rinnovato spirito di solidarietà tra nazioni favorito dall'Unione Europea. È a tal proposito che è stato ricordato l'ormai celebre incontro del 13 luglio 2020 tra il presidente Sergio Mattarella e il suo omologo sloveno Borut Pahor, ripresi mano nella mano davanti al cippo che commemora la foiba di Basovizza. A seguire, l'esibizione del maestro Francesco Squarcia in memoria del compositore Giuseppe Tartini, nato a Pirano d'Istria nel 1692.

Dopo la premiazione dei ragazzi delle scuole ha preso la parola il presidente del Consiglio Mario Draghi. Per il premier, il giorno del ricordo: "Ci impone di fermarci e riflettere sulle terribili sofferenze vissute dagli italiani nell'altro Adriatico. Oggi commemoriamo le donne e gli uomini uccisi per mano dei partigiani jugoslavi, e ricordiamo tutti coloro che furono costretti a lasciare la propria terra. Le loro storie sono un avvertimento attuale del pericolo rappresentato dai totalitarismi e dalla violenza politica, perché quei soprusi non trovino mai più spazio in Italia e in Europa".

"Dobbiamo continuare - ha poi proseguito Draghi - a indagare sulle cause profonde di quanto è accaduto, e costruire una memoria storica condivisa. il tempo la tristezza e la migliore comprensione degli eventi ci spingono in questa direzione e ci allontanano per sempre da coloro che continuano a coltivare odio e divisione. Dietro ala storia ci sono le vite elle persone, e senza partecipazione non ci può essere memoria. Sul finale, anche Draghi lancia un richiamo all'attuale sentimento di comunità come collante delle identità europee: "Non fare dei confini una causa di conflitto ed evitare che gli errori del passato diventino causa di risentimento", ricordando come il confine giuliano dalmata fu all'epoca "un mondo libero e aperto dove il mescolarsi di culture e lingue era fonte di gioia e di ricchezza".

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