20 Settembre 2021
Fonte: lapresse.it
Carlo Freccero si è dichiarato disposto a dire sì al referendum no green pass e ha motivato la sua decisione con una lettera alla Stampa: "La nuova normalità non finisce qui". Qui ha definito "oltremodo scorretto" il comportamento del Governo Draghi, colpevole di "incrinare il patto di lealtà tra istituzioni e popolo". Per il celebre autore televisivo "l’attuale normativa sul Green Pass ignora totalmente l’appello a evitare discriminazioni".
"Il mio ruolo è quello di esperto della comunicazione e, in quanto tale, non ho potuto fare a meno di rilevare la massiccia campagna di propaganda e disinformazione condotta dai media mainstream con un'dunanimità che non ha precedenti nella storia del Paese", scrive Freccero alla Stampa. "Il referendum è un’occasione per avere accesso a spazi istituzionali e per fare arrivare i nostri argomenti all’elettorato. Dopodiché i cittadini decideranno liberamente e non sotto la pressione della paura innescata dalla pandemia".
Per Freccero, però, "dietro il Green Pass in realtà, c’è molto di più". "È destinato a diventare l’embrione della futura tessera di identificazione digitale a cui mira il Grande Reset in via di attuazione. Per chi non sapesse di cosa si tratta, rimando a due libri dell’economista Klaus Schwab Covid 19 The Great Reset e Quarta rivoluzione digitale. Secondo Schwab la pandemia è un’occasione irripetibile per conseguire il 'Grande Reset' già illustrato nel saggio La quarta rivoluzione industriale”. "Tutto ciò è confermato dal progetto di Recovery Fund", die l'autore televisivo, "che si pone come obiettivo lo stesso obiettivo del 'Grande Reset'.
E ancora: "Credo che la nuova normalità in cui stiamo vivendo non finirà coi vaccini, ma continuerà nel tempo. Con la rivoluzione digitale e la rivoluzione verde. Diciamo la verità: non è la pandemia ad avere causato la crisi economica. E piuttosto la crisi economica ad avere causato la pandemia, o quanto meno, ad averla amplificata al fine di ultimare il 'Grande Reset'". Secondo per Freccero, "è giusto che il popolo, l’oggetto di quanto è in divenire, possa, come accade in tutte le democrazie, farsi soggetto e decidere se desidera o meno proseguire per la strada tracciata dalle élite. La risposta verrà dopo. Nella mia testa i referendum sono destinati ad aprire finalmente un dibattito ampio su tutti questi quesiti aperti".
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