03 Settembre 2021
Fonte: lapresse.it
"Ne cives ad arma ruant o Ne cives ad arma veniant significa 'affinché i cittadini non vengano (o corrano) alle armi' ed esprime la necessità di evitare, attraverso l’attività legislativa, che la convivenza civile sia minacciata dal ricorso alla violenza da parte dei cittadini". A sostenerlo è Paolo Sceusa, presidente emerito di sezione della Cassazione, che lancia così un appello civico e civile e si oppone con forza all'assurda misura del Green pass.
Paolo Sceusa, che di esperienza ne ha da vendere, pubblica e condivide un interessante discorso sul Green pass e su quella omissione delle norme Ue che ne ha permesso l’adozione in Italia e in altri Paesi. Sceusa è un esperto in materia e per capirlo basta guardare il suo curriculum: è stato Presidente del Tribunale per i minorenni di Trieste, Trento, avvocato, professore di diritto, consigliere giuridico presso Reg. Aut. Friuli Venezia Giulia, esperto formatore ECM Ministero Sanità, profondo conoscitore del diritto cinologico, di quello giuridico forense, di diritto minorile e di famiglia e, non ultimo, è già collaboratore di importanti riviste giuridiche.
“Non possiamo stare a guardare inerti gli strepiti di un neo totalitarismo, sia pur ammantato da proclamate ragioni di salute pubblica”, avverte il giurista, il quale fa riferimento alla rettifica del testo in merito al Regolamento Europeo 2021/953. Quest'ultimo infatti prevede la tutela dei cittadini europei da qualsiasi forma di discriminazione e di spostamento. L'esperto, all'indomani delle deliranti parole di Mario Draghi su Green pass e vaccino obbligatorio, segnala che è stato rotto "quel patto di lealtà che lega i cittadini all’ordinamento attraverso le leggi”.
"Questo mio appello - sostiene il giurista - vuole essere un invito alla massima allerta perché chi fosse stato eventualmente capace di arrivare al punto di, scientemente, alterare la fonte ufficiale di conoscibilità di una norma di legge allo scopo di poter discriminare limitando i movimenti interni dei cittadini italiani laddove non è consentito farlo quando si muovono in Europa, come cittadini europei. Questo non credo sembri un assurdo logico e giuridico solo a me. Ebbene chi fosse capace di arrivare a tanto, allora sarebbe forse capace di arrivare a qualsiasi altra cosa".
Infine, Paolo Sceusa, lancia un ultimo appello agli italiani "di buona volontà". "Vogliamo davvero subire questa sfacciata e palese violazione della legge e dei diritti umani perché la maggior parte della gente non se ne interessa e/o è ingenua?", si domanda. Sta ora a noi dare una risposta.
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