Martedì, 09 Dicembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Gli eredi Del Vecchio valutano scissione Delfin per sbloccare eredità: holding su EssilorLuxottica e creazione newco finanziaria

Delfin controlla asset per circa €60 miliardi con quote in Generali, Mps e Unicredit; ciascun erede detiene il 12,5% del capitale, per un valore superiore a €7 miliardi a testa

09 Dicembre 2025

Delfin valuta la scissione per sbloccare l’eredità Del Vecchio da €60 miliardi con EssilorLuxottica al 32,3%, con ipotesi di newco finanziaria

Leonardo Del Vecchio, fondatore ed ex Presidente di Luxottica e ex Presidente della holding Delfin

Gli otto eredi di Leonardo Del Vecchio stanno lavorando a una profonda riorganizzazione di Delfin, la holding lussemburghese dal valore di circa 60 miliardi di euro, per sbloccare l’impasse sull’attuazione del testamento del fondatore di Luxottica. L’ipotesi allo studio, maturata mentre è in corso l’inchiesta della Procura di Milano sulla scalata Mps-Mediobanca, prevede la creazione di una struttura biforcata: da un lato una holding industriale focalizzata su EssilorLuxottica, dall’altro una nuova entità finanziaria destinata a raccogliere le partecipazioni bancarie, assicurative e immobiliari. L’obiettivo è consentire agli eredi di monetizzare parte dell’eredità, oggi bloccata da statuto e veti incrociati, mantenendo al tempo stesso gli equilibri strategici delle partecipazioni più sensibili.

La composizione patrimoniale di Delfin 

Attualmente il cuore di Delfin è rappresentato dalla partecipazione del 32,3% in EssilorLuxottica, che ai valori correnti supera i 45 miliardi di euro e costituisce circa il 77% del net asset value della holding. Accanto a questa quota industriale, la cassaforte presieduta da Francesco Milleri detiene il 26% di Covivio (1,6 miliardi), il 10% di Generali (5,2 miliardi), il 17,5% di Monte dei Paschi di Siena (4,1 miliardi) e il 2,7% di Unicredit (2,76 miliardi). Ogni socio-erede possiede il 12,5% di Delfin, una quota dal valore superiore ai 7 miliardi di euro.

Testamento Del Vecchio, il fondatore di Luxottica lascia 340 milioni in azioni Essilor a Milleri. Case e ville alla moglie

EssilorLuxottica, esce Basilico, il socio-erede con il 12,5% di Delfin lascia la guida dei wearables tra tensioni sulla successione Del Vecchio

L'ipotesi della "Delfin Finanza"

Il progetto allo studio prevede di scorporare le partecipazioni extra-EssilorLuxottica, pari al 23% del NAV, e conferirle in una newco. In questo modo, la Delfin originaria resterebbe concentrata sull’asset industriale, mentre nascerebbe una holding finanziaria con statuto meno rigido, che consentirebbe la pegnabilità delle quote, payout più elevati (oltre il 10% degli utili con maggioranze semplici) e una governance più flessibile. La nuova entità avrebbe un patrimonio stimato intorno ai 14 miliardi di euro e potrebbe anche aprirsi a investitori amici, interessati a un’esposizione su banche e assicurazioni.

I nodi bancari e il ruolo di Mps

Uno degli ostacoli principali riguarda Monte dei Paschi di Siena. Delfin è oggi il primo azionista della terza banca italiana all’interno di un nocciolo di soci nazionali, e una distribuzione diretta pro-quota del 17,5% rischierebbe di destabilizzare l’assetto ed essere malvista da Tesoro e governo. Da qui l’ipotesi di concentrare tali partecipazioni in una newco, evitando effetti immediati sugli equilibri bancari.

Le tensioni tra gli eredi e l'ipotesi giudiziaria

A oltre tre anni e mezzo dalla scomparsa di Del Vecchio, resta aperta l’urgenza di chiudere la successione. Le quote di Delfin non sono pegnabili né bancabili e i dividendi distribuiti, circa 15 milioni di euro annui per azionista, sono giudicati insufficienti. A novembre Rocco Basilico, Paola Del Vecchio e Luca Del Vecchio hanno tentato di trasferire la loro quota a veicoli personali, ma l’operazione è stata bloccata per mancanza di unanimità. L’alternativa sarebbe rivolgersi al giudice lussemburghese, che può imporre il trasferimento delle quote, ma con il rischio di una valutazione inferiore e di un ulteriore irrigidimento dei rapporti tra soci.

Delfin senza accordo tra gli otto eredi Del Vecchio, che hanno il 12,5% ciascuno; stop al trasferimento delle quote e crescono le tensioni sulla governance

L'incognita dell'inchiesta giudiziaria 

Sul progetto pesa infine l’inchiesta milanese relativa al risiko Mps-Mediobanca, che potrebbe comportare risarcimenti a carico di Delfin (indagata ai sensi della 231) e rappresenta una incognita rilevante sull’effettiva attuabilità dello scorporo. Nonostante ciò, l’ipotesi della doppia Delfin resta sul tavolo come possibile via d’uscita da uno stallo che, finora, ha impedito agli eredi di trasformare in liquidità una parte significativa dell’eredità miliardaria di Leonardo Del Vecchio.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x