20 Novembre 2025
Labomar accelera il proprio percorso di sviluppo grazie a un nuovo finanziamento fino a 120 milioni di euro. L’azienda della nutraceutica ha emesso un bond settennale legato a obiettivi Esg, sottoscritto da Tikehau Capital, gruppo internazionale di asset management che gestisce circa 50 miliardi di euro di attività e dispone di 3,2 miliardi di euro di patrimonio netto.
"Questa operazione ci permette di dotarci di una struttura finanziaria più flessibile", spiega Walter Bertin, fondatore e ad di Labomar. "Miriamo a raddoppiare la dimensione del gruppo nel medio termine".
Le risorse raccolte sosterranno il piano industriale al 2028, che prevede il completamento del nuovo Hub L6 nella sede di Istrana (Tv), l’espansione della controllata Labomar Canada e l’ingresso in mercati esteri ad alto potenziale.
La crescita dell’ultimo quinquennio è stata trainata soprattutto da acquisizioni: cinque in cinque anni, l’ultima delle quali – la finlandese Pharmia – risale a pochi mesi fa.
Secondo Bertin, ora la priorità sarà consolidare le società integrate:"Io ogni giorno vedo aziende e le valuto. Ci siamo dati un orizzonte di un anno, ma se capita un’occasione imperdibile la cogliamo, soprattutto se utile a completare la nostra supply chain".
Labomar guarda con interesse ai mercati orientali. Il gruppo ha partecipato a fiere strategiche in Asia – due a Shanghai e una a Bangkok – e a breve sarà presente anche a Nuova Delhi.
"Abbiamo ricevuto stimoli importanti in Asia, dove la nostra tecnologia e la qualità dei prodotti sono state molto apprezzate", racconta Bertin. Tra le categorie più richieste: probiotici, fermenti lattici, prodotti per il decadimento cognitivo e soluzioni legate all’aging.
La crescita industriale di Labomar e la sua capacità di attrarre finanziamenti rappresentano anche un segnale poco incoraggiante per Borsa Italiana. L’azienda, quotata sull’Euronext Growth Milan dall’ottobre 2020 al settembre 2023, è uscita dal mercato dopo un’opa del ceo, attraverso il veicolo Lbm Next in partnership con Charterhouse Capital Partners.
L’esperienza in borsa, spiega Bertin, è stata utile soprattutto per i contatti generati: "Siamo usciti per far crescere l’azienda. Ma abbiamo comunque fatto due acquisizioni dopo la quotazione, perché avevamo ottenuto un buon apprezzamento dagli investitori. Personalmente è stata una bella esperienza, ci ha aiutato ad aprirci al dialogo internazionale".
Bertin non esclude affatto un ritorno di Labomar sul mercato azionario. "Una nuova quotazione è possibile, chiaramente in una borsa diversa, non più l’Egm ma un listino più liquido e strutturato", osserva l’ad. Un obiettivo plausibile, soprattutto in considerazione dell’orientamento sempre più internazionale del gruppo.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia