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MPS Evolving Insight e Deloitte, presentato lo studio “Trust Gap”, Il 53% dei giovani ritiene di non aver ricevuto un’educazione finanziaria adeguata

Il 46% dei giovani ha preso almeno una decisione di investimento senza approfondire davvero l’argomento e solo il 15% utilizza il personale della banca come fonte di informazione principale

20 Novembre 2025

MPS Evolving Insight e Deloitte, presentato lo studio “Trust Gap”, Il 53% dei giovani ritiene di non aver ricevuto un’educazione finanziaria adeguata

Il 53% dei giovani ritiene di non aver ricevuto un’educazione finanziaria adeguata, il 46% ha effettuato una scelta di investimento senza approfondire davvero l’argomento e addirittura l’83% dichiara di aver sperimentato la paura di perdersi qualcosa (fear of missing out) in ambito finanziario. Sono questi alcuni dei principali dati che emergono dallo studio “Trust Gap | Nuove generazioni e investimenti: la ridefinizione di un modello nell’era dei creator e della pressione social(e)”, realizzato da MPS Evolving Insight e presentato nell’Auditorium Deloitte a Milano.

L’indagine analizza come le istituzioni e i player del mondo della finanza lavorano per creare fiducia nei giovani, in un’epoca in cui le scelte di investimento nascono sempre più spesso all’interno di ecosistemi digitali e sociali tra creator, influencer e community online. Lo studio evidenzia come una larghissima parte (8 giovani su 10) si senta sotto pressione quando deve prendere decisioni finanziarie e solo il 15% utilizza il personale della banca come fonte di informazione principale.

Come sottolinea Antonio Federico Di Marco Pernice, founder e CEO di MPS Evolving Insight, "oggi la sfida per una realtà come la nostra non è soltanto raccogliere dati e descrivere il mercato, ma trasformare la conoscenza in azioni concrete. Vogliamo essere partner che accompagnano i brand verso nuove traiettorie. In un momento in cui fiducia e relazione diventano asset strategici, il nostro imprinting è evolvere insieme al cliente, con metodologie integrate, una visione sistemica e strumenti chiari che trasformino gli insight in impatto reale".

"Siamo di fronte – dichiara Luigi Mastrangelo, Financial Services Industry Leader di Deloitte Central Mediterranean alla necessità di ripensare il modo in cui le istituzioni comunicano e si relazionano con le nuove generazioni, anche per colmare un divario di fiducia che non è solo informativo ma anche culturale ed emotivo. Attraverso strumenti digitali e soluzioni all’avanguardia il sistema finanziario può fornire un contributo rilevante e creare valore per i più giovani, che in questa fase sulla base di leve emotive e cognitive vengono spinti verso modelli informativi diversi. Cultura e conoscenza sono indispensabili per acquisire consapevolezza e la comunicazione finanziaria può essere efficace solo se basata su fonti autorevoli".

"Lo studio a livello global di Deloitte, il Digital Banking Maturity – afferma Gianmaria Trapassi, Customer Strategy & Design Leader, Customer FSI Leader di Deloittemostra come le banche con un’offerta digitale più evoluta, chiamate 'Digital Champions', ispirandosi a un paradigma assimilabile alle piattaforme social o dell’entertainment, sono capaci di rivolgersi con più efficacia al segmento dei giovani. I Digital Champions costruiscono il loro vantaggio competitivo grazie a una significativa estensione delle loro funzionalità digitali: in media offrono 65 funzionalità legate agli investimenti rispetto a una media di 25 funzionalità della media, come consigli d’investimento personalizzati in base al comportamento del cliente, auto determinazione di obiettivi finanziari, simulazione d’investimento. Oltre all’estensione funzionale, i Digital Champions offrono maggiore ricchezza dei contenuti informativi come video pillole di educazione finanziaria, notifiche intelligenti e consigli di risparmio, trasformando l’esperienza bancaria in interazioni coinvolgenti basate sui paradigmi comunicativi delle nuove generazioni".

Dallo studio realizzato dall’azienda di ricerche di mercato e consulenza, risulta che in un ecosistema digitale sempre più connesso, dove contenuti di valore, testimonianze personali e promesse di guadagni rapidi si mescolano, soltanto il 19% degli intervistati ha acquistato oppure fruito di contenuti finanziari (come corsi online, percorsi formativi e contenuti a pagamento) mentre a livello pratico il 54% vorrebbe prodotti finanziari a costi contenuti e con soglie minime di accesso più basse, oltre a un 36% che si definisce un investitore ad alto rischio con investimenti in crypto oppure attività di trading. In questo scenario si inseriscono quelle figure che costruiscono la propria autorevolezza su contenuti semplificati, narrazioni emotive e meccanismi di persuasione che fanno leva sulla speranza di colmare rapidamente il divario tra aspettative e realtà. È da qui che nasce il concetto di “Trust Gap”: il divario tra le aspettative delle nuove generazioni, alla ricerca di linguaggi chiari, strumenti immediati, trasparenza e prossimità rispetto ai tradizionali modelli comunicativi delle istituzioni finanziarie.

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